BONBONES meet TWOBONES
BONBONES meet TWOBONES
Yuu Uesugi trombone
Itsumi Komano trombone
Paul Haag trombone
Danilo Moccia trombone
Peter Madsen piano
Lorenz Beyeler contrabbasso
Daniel “Booxi” Aebi batteria
Diretta radiofonica su RSI Rete Due
Una collaborazione Associazione Jazzy Jams – RSI Rete Due
Dal 1986 Twobones è una delle esperienze jazzistiche più riuscite e coinvolgenti nate sul territorio elvetico. L’idea di creare un gruppo basato sul suono di due tromboni è antica (basti pensare al classico gruppo Jay & Kai, creato negli anni Cinquanta dai due fuoriclasse J.J. Johnson e Kai Winding), e la ragione sta nella natura timbricamente ricchissima dello strumento. L’estensione, che privilegia i suoni gravi ma non si nega le evoluzioni a livelli poco meno che stratosferici; la peculiare espressività del glissando dovuta alla coulisse, uno degli elementi che creano il fascino del trombone; la molteplicità di suoni permessa dalle tante sordine adattabili alla campana dell’attrezzo: ecco altrettanti elementi che fanno di uno strumento a volte sottovalutato uno dei maggiori mezzi di seduzione del jazz. Sì, perché nonostante lo strumento sia antico (e anzi i suoi antenati affondino nella magica e inquietante oscurità della preistoria) è questo il genere che ha saputo sintetizzare in modo nuovo e creativo le sue tante sfaccettature psicologiche, dalla solennità liturgica delle sue note tenute alla buffoneria clownesca degli scivolamenti microtonali, dall’esplosiva potenza delle note singole al virtuosistico ondeggiare delle melodie più rapide. Insomma, il trombone è un universo sonoro in miniatura, e ne sono ben consapevoli i due virtuosi di Twobones: Paul Haag, settantaquattrenne di Basilea, e Danilo Moccia da Locarno, di quattordici anni più giovane, attorno ai quali si sono alternati nel corso degli anni i maggiori accompagnatori non solo svizzeri ma dell’intera area centroeuropea. Per celebrare i trent’anni della formazione, però, i due trombonisti non si sono certo limitati geograficamente. Le «due ossa» (tutti i jazzisti che si rispettino giocano sull’assonanza della parola trombone con quella di bone, appunto «osso» in inglese) vengono infatti gustosamente affiancate da un paio di zuccherosi confetti provenienti dall’altro emisfero, le giovani Bonbones Yuu Uesugi e Itsumi Komano, apprezzate soliste giapponesi che dimostrano una volta di più la mondializzazione del jazz. E l’apprezzamento del gruppo svizzero ai quattro angoli del pianeta.