Dossier

Libano, in fuga dalla Siria

Reportage dal paese dei cedri che accoglie il più alto numero di profughi della vicina guerra civile

  • 28 April 2015, 17:46
  • 7 June 2023, 05:55
Questo deposito agricolo è la casa di Sarah, Manal e della loro famiglia, in tutto 17 persone. Sono ospitate in un edificio in mezzo ai campi in cambio del lavoro manuale di due giovani della famiglia in un frutteto.

Questo deposito agricolo è la casa di Sarah, Manal e della loro famiglia, in tutto 17 persone. Sono ospitate in un edificio in mezzo ai campi in cambio del lavoro manuale di due giovani della famiglia in un frutteto.

  • ©RSI/Emiliano Bos

Da Beirut, Emiliano Bos

I numeri sono impressionanti. Il Libano è oggi il paese con la più alta concentrazione di rifugiati al mondo. C’è un profugo dalla Siria ogni 3,5 cittadini libanesi. Come se la Svizzera – fatte le necessarie proporzioni – ospitasse oggi quasi 2 milioni e mezzo di rifugiati.

Le persone scappate dalla guerra in Siria e registrate all’Alto Commissariato Onu in Libano sono quasi 1 milione e 200.000. I siriani effettivamente presenti sono probabilmente molti di più. Ma dietro i numeri ci sono i volti e le storie di chi è costretto ad abbandonare il proprio paese. Entrare in Libano, ora, sta diventando più difficile a causa di nuove norme. Ma anche uscirne. La quasi totalità delle famiglie di rifugiati non può far altro che rimanere ad aspettare. Un’attesa logorante e faticosa, in un paese dove la presenza dei profughi siriani ormai ha un forte impatto sociale ed economico.

Quasi 200.000 rifugiati sopravvivono in accampamenti di tende e baracche. Altri in alloggi di fortuna o in affitto. Tutti accomunati dalla totale mancanza di prospettiva. Il presente è difficile. Il futuro resta incerto. La speranza di ritornare a casa è solo un sogno.

Di seguito le voci di alcuni di questi rifugiati.

Uno dei tanti accampamenti a Qab Elias, nella Valle della Bekaa. Secondo le stime, circa 200.000 siriani vivono in tende e baracche all'interno di campi informali sparsi per tutto il paese.  Malgrado le condizioni siano precarie, questi insediamenti si stanno sempre più trasformando in strutture permanenti, vista l'impossibilità di rientrare in Siria.

Uno dei tanti accampamenti a Qab Elias, nella Valle della Bekaa. Secondo le stime, circa 200.000 siriani vivono in tende e baracche all'interno di campi informali sparsi per tutto il paese. Malgrado le condizioni siano precarie, questi insediamenti si stanno sempre più trasformando in strutture permanenti, vista l'impossibilità di rientrare in Siria.

  • ©RSI/Emiliano Bos

Tra tende e baracche

Traffico d'organi per disperazione

Porte chiuse e nuove regole

L'azione della Catena della solidarietà

È una macchia bianca in mezzo al verde. A pochi metri dalla strada statale che scende da Beirut verso Tiro spunta il piccolo accampamento di Debane, accanto alle serre e alle piantagioni di banane. Qui alcune famiglie sono accampate ormai da anni.

RG 12.30 del 26.4.2015 Reportage: tra tende e baracche di Emiliano Bos

RSI New Articles 28.04.2015, 19:11

La disperata fuga dalla guerra in Siria sta alimentando anche un fenomeno di cui si conoscono poco le proporzioni: il traffico di organi. Rifugiati che decidono di vendere una parte del proprio corpo in cambio di denaro per poter sopravvivere. O addirittura per poter pagare un intervento chirurgico al proprio figlio. Come nel caso di questo giovane, che pochi giorni fa ha venduto un rene. E che ha accettato di raccontare all’inviato della RSI la sua storia.

RG 12.30 del 28.4.2015 Reportage: "Ho dovuto vendere un rene" di Emiliano Bos

RSI New Articles 28.04.2015, 19:11

Le porte del Libano però iniziano a chiudersi. Il recente cambio delle procedure di accoglienza per chi fugge dalla confinante Siria complica la situazione dei rifugiati. Che devono pagare per poter restare legalmente in Libano, dove comunque non possono lavorare. E molti – moltissimi - rischiano di diventare illegali.

RG 18.30 del 27.4.2015 Reportage: si paga per stare, vietato lavorare di Emiliano Bos

RSI New Articles 28.04.2015, 19:11

La Catena della solidarietà ha lanciato una raccolta di fondi per rispondere all'emergenza umanitaria relativa ai profughi causati dalla guerra civile in Siria.

Le donazioni possono essere effettuate sul conto postale 10-15000-6 (con l'indicazione "Siria") o attraverso il sito dell'organizzazione e andranno a sostenere i progetti a favore dei profughi siriani, per i quali i fondi sono quasi esauriti, nell’ambito della campagna #TogetherForSyria.

Emiliano Bos/Red MM

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