Svizzera

"Ogni voto conta"

Sondaggio politbox: la democrazia diretta richiede sforzi e impegno ma è irrinunciabile

  • 13 ottobre 2015, 16:36
  • 7 giugno 2023, 13:11
Essere liberi significa anche potersi astenere

Essere liberi significa anche potersi astenere

  • RSI

I fondamenti della democrazia, in particolare quella diretta che regola il sistema in Svizzera, richiedono impegno ma non possono essere messi in discussione. È questo, in linee generali, quanto emerge dall’ultimo sondaggio di politbox, la redazione nazionale multimediale della SSR che durante sei mesi ha accompagnato i suoi utenti verso le elezioni federali del 18 ottobre.

La libertà di non votare

"Essere liberi significa anche potersi astenere". Un’opinione, quest’ultima, espressa chiaramente da oltre il 60% dei votanti (su un campione di 1140), che ha scartato l’eventualità di un'introduzione dell’obbligo di voto – che in Svizzera esiste nel solo cantone di Sciaffusa, dove si paga una multa di 3 franchi se non ci si reca alle urne.

Poco meno del 20% ritiene invece che la democrazia possa esistere solo se tutti vi partecipano, scartando quindi la possibilità che anche l'astensione sia espressione di una scelta, per la quale nel 2011, in occasione cioè dell’elezione dei rappresentanti delle due Camere federali, aveva optato la metà degli aventi diritto.

"Ogni voto conta"

Ogni crocetta possa fare la differenza

Ogni voto conta

  • RSI

Nessun dubbio neanche sul peso esercitato da ogni singolo voto. La maggioranza, con un risultato netto (76,2%), è convinta che ogni crocetta possa fare la differenza. Tra 1267 persone, solo 80 (6,3%) credono invece che in un’elezione lo scarto tra le preferenze ricevute dai candidati non sia mai così piccolo. E qui la memoria corre ancora al 2011, quando proprio nella Svizzera italiana, in particolare in Ticino, i candidati PPD Monica Duca Widmer e Marco Romano raccolsero esattamente lo stesso numero di voti. Fu il Tribunale Federale ad
imporre al Cantone un “sorteggio pubblico e manuale” che premiò Romano.

Democrazia diretta

I temi sottoposti allo scrutinio popolare in Svizzera dal 1848 ad oggi sono stati 595. Il decennio che ne ha avuti di più è stato quello compreso tra il 1991 e il 2000, con 105 votazioni: troppe? No, secondo il 39,1% di chi ha risposto a questa domanda, per il quale solo così la democrazia diretta può funzionare e al quale va aggiunto il 17,5% di chi non vuol rinunciare a far sentire la propria voce perché "sono tutte decisioni importanti". Chi per contro ritiene che tempo e denaro vengano sprecati o che lo sforzo richiesto ai cittadini sia troppo, sono una minoranza (rispettivamente 7,6% e 10%).

La politica non è "social"

Infine uno sguardo agli ambienti dentro ai quali, privatamente, si discute e ci si scambia opinioni sulla politica. Ebbene, se ne parla più volentieri nella cerchia più intima delle proprie frequentazioni. Famiglia e amici, infatti, raccolgono esattamente le medesime preferenze (35%). Bocciate nettamente invece le piazze virtuali: solo il 2% utilizza i social network per parlare della cosa pubblica.

ab

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