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Google e la giustizia dell'Unione Europea; il caso Mario Costeja fa giurisprudenza - il reportage

  • 4 agosto 2014, 21:48
  • 6 giugno 2023, 21:01
Diritto all'oblio

Diritto all'oblio

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Lo scorso 13 maggio la Corte di giustizia dell’Unione Europea chiudeva il caso Google Inc. vs Mario Costeja, dando ragione al cittadino spagnolo che chiedeva al motore di ricerca di eliminare un collegamento a una notizia obsoleta contenente informazioni personali.

Una sentenza storica, e uno schiaffo alla posizione di Google che ha sempre difeso di essere un mero specchio dei dati presenti in internet. Per il tribunale invece il motore gestisce e ordina i dati secondo criteri precisi e per questo è un attore attivo, così come lo è chi pubblica una informazione. E si deve sottomettere alla legislazione comunitaria.

Da allora i cittadini europei possono chiedere di ritirare un’informazione personale e non rilevante sul loro conto. Ma due mesi dopo, in uno scenario ancora tutto nuovo, molte sono le domande aperte. Perché gli Stati Uniti non riconoscono il diritto all’oblio? Chi decide quando prevale sul diritto alla libera informazione? I dati delle 90’000 richieste arrivati a Google sono davvero spariti dalla rete? Perché è così importante cosa di noi Google.

Proviamo a rispondere intervistando il protagonista della vicenda, Mario Costeja, il direttore dell’Authority spagnola alla protezione dei dati José Luis Rodríguez Álvarez e José Luis Piñar, uno degli esperti indipendenti nominati da Google per capire come affrontare il tema del diritto all’oblio.

Mario Costeja, l'uomo che ha sconfitto Google

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José Luis Rodriguez, il garante spagnolo alla privacy

RSI New Articles 31.07.2014, 13:00

José Luis Piñar, l'esperto scelto da Google

Davide Mattei

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