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E, sullo sfondo, il petrolio

Mi chiamo Kurdistan (2) - 'In Siria hanno occupato le nostre case e le hanno vendute sulla nostra pelle'

  • 3 settembre 2015, 08:18
  • 7 giugno 2023, 12:14
Avevano una casa. Oggi difendono la loro tenda

Avevano una casa. Oggi difendono la loro tenda

  • Lorenzo Giroffi

Seconda tappa del viaggio nel Kurdistan.

Lorenzo Giroffi, dopo aver visitato i monti della guerriglia, ci porta oggi in un ospedale con una sessantina di posti letto, incastonato tra le montagne, ma preposto alla cura della popolazione civile. A dirigerlo c'è "Media", una dottoressa tedesca che ha deciso, anni fa, di non abbandonare le popolazioni dei villaggi curdi al loro destino. Poi, dall'ospedale, si parte alla volta del Kurdistan iracheno, al confine con la Siria.

Qui in Iraq, i curdi, vivono soprattutto in campi profughi. Quello di Domiz accoglie oggi 40'790 persone. Ma c'è anche il grande campo profughi di Mossul dove, come racconta un intervistato, le bande criminali si fanno la guerra tra loro e "le famiglie che sono state private di una casa devono essere contente di aver trovato una tenda". Perchè tutto questo? Una risposta la dà Aso Kareem, del PDK (Partito democratico del Kurdistan). Senza nemmeno troppo stupore si scopre che, sullo sfondo, c'è ancora lui: il petrolio.

I curdi e la vita da profughi - di Lorenzo Giroffi

RSI Mondo 28.08.2015, 19:51

m.c.

ndr: la terza e ultima tappa del viaggio giovedì 10 settembre

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