Un'inchiesta della procura di Monza su una presunta associazione che favoriva l'immigrazione clandestina, e la permanenza illegale in Italia tramite la creazione di documentazione falsa, ha fatto registrare 171 persone indagate e 11 sono i destinatari di misure cautelari.
Nella rete degli investigatori di Monza è finito anche un commercialista brianzolo, titolare di ditte fittizie nelle quali assumere i cittadini stranieri e i procacciatori di clienti. Le indagini hanno portato a scoprire la documentazione di oltre 30 ditte false che hanno assunto più di 1'500 dipendenti. L'attività del gruppo è andata avanti dal 2007 al 2016 - ha spiegato il procuratore capo di Monza, Luisa Zanetti - ed il guadagno stimato per la testa dell'operazione, un ragioniere, è stato di 2-3 milioni di euro. Il prezzo per ottenere un finto lavoro, e quindi il documento per restare in Italia, variava da 200 a 3.000 euro, a seconda dell'ingenuità dello straniero e della sua disponibilità economica.
Una percentuale finiva ai procacciatori, sia italiani sia stranieri. La centrale operativa era lo studio commercialista del 55enne a Sesto San Giovanni, dove lavorava con tre collaboratori (tutti agli arresti domiciliari) per creare le società e fornire la documentazione in 3-4 giorni. La base per avvicinare gli stranieri, invece, era un phone center a Limbiate (Monza) gestito da un italiano. "Sono oltre 1.500 gli stranieri che hanno pagato l'associazione per avere i documenti - ha spiegato Angelo Re, dirigente del commissariato di Monza - Ma circa la metà ha ottenuto il permesso perché per gli altri le pratiche sono state fermate dall'ufficio immigrazione. L'associazione a delinquere è contestata a 42 persone (di cui 10 italiani) ma sono 11 i destinatari di misure cautelari. Il ragioniere è finito in carcere, gli altri 10 ai domiciliari".
ATS/ANSA/sdr
PP 12.00 del 20.2.2017 Il servizio di Alessandro Braga
RSI Mondo 20.02.2017, 12:48