Mondo

Grande-Synthe, nuova giungla

Curdi, siriani, afghani e i loro bimbi attendono da mesi il camion giusto – Reportage di Davide Mattei

  • 6 February 2016, 17:38
  • 7 June 2023, 15:20
Un'istantanea nella quotidianità del campo di Grande-Synthe

Un'istantanea nella quotidianità del campo di Grande-Synthe

  • ©Keystone

C’è a Calais, un campo profughi divenuto famoso nel mondo. “New Jungle” è il suo nome. L’avevamo visitato, l’estate scorsa, con Ludovico Camposampiero. Ora, però, a una quarantina di chilometri, c’è un nuovo campo dove vivono curdi, siriani e afghani in attesa, come i subsahariani di “New Jungle”, di trovare “il camion giusto” per raggiungere l’Inghilterra. Il campo si chiama “Grande-Synthe”.

Davide Mattei l’ha visitato per la RSI: venerdì il suo primo reportage nell'edizione delle 20 del TG, sabato con il secondo, sempre nell'edizione principale del telegiornale (vedi i video allegati più in basso).

Il reportage

La prima cosa che attira l’attenzione arrivando – racconta - è il fango. È ovunque, imbratta tutto, scarpe, vestiti, giochi dei bambini e i pochi bagni chimici. “La situazione sanitaria è disastrosa - dicono da Medici senza frontiere - . La scorsa primavera c’erano forse 100 persone, adesso sono forse 2.500”. Impossibile saperlo, tenere un conteggio plausibile tra le tende affondate nel pantano.

L’esplosione demografica è dovuta a vari fattori. Il primo è che nella vicina Calais è diventato quasi impossibile passare la frontiera, mentre qui, alla periferia di Dunkerque, l’ambiente è ancora poco militarizzato. Il secondo è che l’80% della popolazione è curda, e quando si è sparsa la voce, le famiglie si sono riunite qui.

No comment - Davide Mattei

RSI Mondo 06.02.2016, 12:21

Medici del mondo e Medici senza frontiere assicurano una sessantina di visite mediche al giorno. Il cibo è distribuito da varie Ong locali e straniere, mentre il comune, guidato dal verde Damien Carême, assicura la pulizia dei bagni chimici e alcune docce calde, così come il ritiro dei rifiuti. Un aiuto che, secondo alcune fonti locali, gli costerà la carriera politica. Per fare fronte a quella che considera un’emergenza sanitaria, Medici senza frontiere ha investito 2 milioni di euro per costruire un campo profughi con condizioni decenti a qualche chilometro di distanza. Il terreno è spianato e le 500 tende, quasi tutte montate. Al momento però, nessuna autorità si è fatta avanti per gestirlo. Così anche il nuovo Grande-Synthe continua a essere un campo fantasma.

Red MM/Davide Mattei

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