I delegati dei paesi membri della coalizione creata per combattere lo Stato islamico, riuniti martedì a Roma, hanno ribadito la volontà di riuscire nell'impresa, ma sono anche stati costretti ad ammettere che in Libia l'organizzazione terroristica sta vistosamente guadagnando terreno.
Più bombardamenti aerei, come reclamato dalla Francia, la formazione continua delle forze di sicurezza locali, come suggerito dall'Italia, e la bonifica delle aree minate, come s'è impegnata a fare la Norvegia, fanno parte del programma concordato dai 23 capi della diplomazia o dai loro vice. I dettagli della campagna saranno discussi la settimana prossima a Bruxelles dai ministri della difesa.
Al gruppo, formato un anno fa, hanno aderito 66 nazioni, ma sono 23 quelle maggiormente coinvolte. Secondo il comunicato finale, il loro impegno diretto ha costretto gli estremisti a ritirarsi dal 40% del territorio conquistato in Iraq e ha permesso di ottenere risultati "tangibili" anche in Siria.
AFP/dg
RG 18.30 del 02/02/16 - Il servizio di Claudio Bustaffa
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