E’ stata etichettata come una disciplina pericolosa e brutale, una forma di lotta ibrida simile alla Kick-boxing che esplode in fasi più acute nella corta distanza, con prese, proiezioni e sbilanciamenti tanto rapidi e violenti come le ginocchiate e gomitate che la caratterizzano. Il Muay Thai è una delle arti marziali più famose al mondo e, secondo alcuni, anche tra le più pericolose.
Muay Thai
“Come spesso è accaduto, lo sport uccide l’arte e quando gli occidentali hanno riportato in patria solo la parte spettacolare, la ferocia del combattimento, hanno tralasciato la vera anima, l’essenza mistica e sacra che le conferisce rispetto e amore nella sua terra natale”, afferma il
Gran Master Deycha, classe 1960, esperto di Muay autorizzato dallo
Sport Authority of Thailand. Lo abbiamo incontrato a Bangkok, dove ha sede il suo AMARIT Institute: “
Ancora oggi - spiega il Maestro -
in Thailandia bambini e soldati si addestrano quotidianamente a ritmi altissimi ottenendo una tempra forte, una consistenza ossea straordinaria dovuta al condizionamento e agli allenamenti. Quello che a voi occidentali appare impossibile per noi è del tutto normale. I lottatori sono capaci di resistere a colpi che metterebbero Ko la maggior parte della gente comune, da questo deriva la sua pericolosità”.
Una disciplina fuori dal comune
Come sostiene anche il
Kru Luca Magliocchetti, direttore tecnico nazionale dell’Amarit Institute, e braccio destro di GM Deycha, “
per un occidentale è pericoloso praticare il Muay Thai senza il rispetto delle metodologie d’allenamento corrette” . Il consiglio è quello di considerarla una disciplina adatta a tutte le età, ma con indirizzi diversi e obiettivi specifici. “
La consapevolezza dell’allievo deve essere proporzionata alla pericolosità di ciò che impara e quindi parallela alla responsabilità dell’insegnante. Il nostro impegno è di divulgare il Muay, in modo onesto e corretto seguendo i veri dettami dell'arte intesa come eredità culturale e nazionale del popolo Thai”.
Tutto è lecito, o quasi
In questi giorni il GM Deycha sta lavorando sodo per far sì che il Muay Thai diventi una disciplina olimpica: “
La vasta diffusione di cui gode e la messa in pratica della normativa sulle protezioni obbligatorie in gare, rendono il Muay Thai oggi un potenziale sport olimpionico”.
Una disciplina per tutti, o quasi
Il Maestro ne è convinto: “
Se vogliamo che il sogno delle Olimpiadi diventi realtà, dobbiamo far sì che le federazioni portino a termine il percorso di unificazione in atto”. Tra gli oggetti del dibattito c’è il nome della disciplina: il suffisso “
Thai” non è accettabile per uno sport olimpico, ma non tutti sono favorevoli a toglierlo e a far parlare soltanto di “
Muay”. Ed i Giochi di Pechino non aspettano.
Romina Vinci