Si sono aperti con grossi problemi tecnici e due atti di violenza (ma senza vittime) i seggi per le elezioni presidenziali e legislative in Nigeria, il più popoloso paese africano, a poche ore dai raid militari nei quali sono stati abbattuti numerosi miliziani di Boko Haram.
Mentre i principali candidati alla carica di capo di Stato, l’uscente Goodluck Johnathan e lo sfidante Muhammadu Buhari, generale dell’esercito, focalizzano nella lotta al terrorismo il proprio obiettivo se fossero eletti, le forze armate hanno annunciato di aver ucciso o catturato decine di ribelli nella regione nordorientale di Gwoza, flagellata da tempo dagli attacchi degli jihadisti fedeli allo Stato islamico, distruggendo i centri di comando dei miliziani.
Johnathan, il presidente cattolico ancora in carica, e il suo avversario, il musulmano Buhari hanno intanto siglato un accordo comune per scongiurare le violenze d'ordine religioso o etnico in Nigeria durante l’apertura dei seggi, come pure dopo i risultati ufficiali.
Red. MM/ATS/Reuters/EnCa
Dal TG20
RG 12.30 del 28.03.2015 - L’analisi del politologo Roland Marchal, esperto di Africa subsahariana
RSI Mondo 28.03.2015, 13:25