Resta alta la tensione in Libia, dove sono in corso i peggiori scontri dalla caduta di Muammar Gheddafi, nel 2011. Nella notte tra domenica e lunedì un razzo è stato lanciato contro il più grande deposito di carburante della capitale, che si trova all’aeroporto. Le fiamme si sono propagate con grande velocità e sono tutt'ora fuori controllo. La compagnia petrolifera nazionale ha lanciato un appello ai residenti affinché abbandonino la zona. Lunedì è stata colpita una seconda cisterna e il pericolo più grande ora è che le fiamme raggiungano altri depositi di gas e carburante che si trovano nell'area.
Intanto oggi, lunedì, Berna ha invitato i cittadini elvetici di lasciare il paese, a causa dell’alto rischio di attentati e rapimenti - anche perché, comunica il DFAE, la Svizzera ha possibilità molto limitate di prestare aiuto in caso di emergenza. Lo stesso ha fatto Vienna, che ha anche sgomberato la propria ambasciata, Berlino, lunedì, e Washington, domenica. Sono per ora otto gli Stati che hanno richiamato i propri cittadini: USA, Germania, Gran Bretagna, Egitto, Svizzera, Austria, Francia e Olanda.
Il numero di morti negli scontri a fuoco tra le varie fazioni è salito a oltre 140: una cinquantina di vittime a Benghasi e di più di 90 a Tripoli.
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