Una cittadina di undicimila abitanti deserta fa impressione. La guerra svuota le città. A volte è un buon segno: la popolazione è probabilmente riuscita a mettersi in salvo. È successo a Tel Skuf , piccolo centro abitato interamente da cristiani situato nella Piana di Ninive, a 28 chilometri da Mosul, in Iraq. Occupata dall’esercito dello stato islamico (scritto minuscolo, che stato è?), la città è stata liberata dai Peshmerga curdi: da qui organizzano la resistenza e l’offensiva contro gli estremisti, che sono a un tiro di fucile, è il caso di usare questa formula. La guerra riserva le sue sorprese.
Hana e Kamila sono rimaste sole. La città è deserta
Dentro uno stanzino dell’oratorio della Chiesa di San Giorgio sono rimaste, per tutto questo tempo, due vecchie amiche: Hana e Kamila. Kamila racconta che un ragazzo dello stato islamico le ha sparato in un piede: non voleva consegnargli la croce che portava al collo. Gliel’ha strappata. “Risparmiala”, ha urlato un altro jihadista. Kamila se ne sta sdraiata tutto il tempo, sotto una coperta. Hana è incaricata di trovare acqua e qualcosa da mangiare.
Gianluca Grossi