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Sudamerica condanna Israele

Blocco compatto contro gli attacchi su Gaza

  • 13 August 2014, 08:35
  • 6 June 2023, 19:28
Brasile critico

Brasile critico

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Il Sudamerica è compatto nella condanna all’attacco di Israele su Gaza. I diversi paesi della regione, ognuno a suo modo, hanno detto la loro fin dall’inizio dell’offensiva militare israeliana, il che ha provocato un raffreddamento generale delle relazioni diplomatiche con Tel Aviv.

Roussef vs Palmor

Il caso più eclatante è quello brasiliano. A pochi giorni dallo scoppio del conflitto la presidente Dilma Roussef ha chiamato a consulta il suo ambasciatore, un gesto che ha fatto scattare una reazione molto dura da parte del portavoce del ministero degli esteri israeliano Yigal Palmor. “Ci spiace constatare che un paese che è diventato un gigante economico si comporta come un nano nelle relazioni internazionali”. Il giorno dopo Palmor ha rincarato la dose sconfinando addirittura sullo scivoloso terreno sportivo, chiamando in causa la batosta rimediata dalla seleçao di Felipe Scolari ai Mondiali di calcio appena conclusi : “Le mie parole – ha detto - non sono esagerate, mentre lo è perdere per 7 a 1 in casa!“.

"Uno Stato terrorista"

Le scuse ufficiali da parte del presidente israeliano Rivlin sono arrivate solo questa settimana, ma l’impressione è che ci vorrà molto per ricucire i rapporti fra i due paesi. Brasilia guida un sentimento diffuso in tutto il continente. La condanna più forte viene dall’asse “bolivariano”, composta da Venezuela, Cuba, Ecuador e Bolivia. La Paz ha definito Israele come uno stato terrorista. La presidente cilena Michelle Bachelet si è detta preoccupata per la situazione dei civili a Gaza e ha ricordato i vincoli di amicizia con il popolo palestinese imperniati sulla folta comunità di emigrati che vivono in Cile.

MERCOSUR-Israele, ipotesi sospensione

L’Argentina, l’Uruguay e la Colombia hanno invitato Tel Aviv a rispettare le risoluzioni dell’ONU sull’integrità di Gaza e della Cisgiordania. Se il conflitto proseguirà non si esclude che si possano prendere a livello regionale delle misure concrete che vadano al di là delle pure dichiarazioni formali; il MERCOSUR, ad esempio, sta analizzando la possibilità di sospendere temporaneamente l’accordo di libero scambio siglato con Israele. Il Venezuela preme per una chiusura totale, il Brasile opterebbe invece per un embargo limitato alle merci prodotte nei territori occupati.

Emiliano Guanella

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