Triton? "Un fallimento"

"L’operazione Triton, paragonata a Mare Nostrum, è molto più limitata, siccome non si concentra sull’aspetto di salvare vite umane". Questa è la critica mossa da François Crépeau, esperto di diritti umani degli immigrati delle Nazioni Unite, da noi contattato. Oggi, domenica, un nuovo naufragio è avvenuto non lontano dalle coste italiane, centinaia i migranti dispersi, una trentina quelli soccorsi.

"L’Unione Europea deve puntare sul salvataggio, ma ci sono diversi Governi del Nord Europa che non ne vogliono sapere", sottolinea, "una ministra britannica lo scorso anno lo aveva detto: optare per operazioni di salvataggio attira altri migranti, quindi non bisogna farlo (…). Io ritengo che sia una risposta moralmente inaccettabile, politicamente inaccettabile e probabilmente anche giuridicamente inaccettabile, siccome è come dire che è meglio lasciarli morire in mare”.

Quale allora la soluzione? "Bisogna prevedere, prima di tutto, delle operazioni di salvataggio. Poi bisogna ripensare completamente come vengono accolti i migranti clandestini in Europa. Bisogna chiedersi: perché vengono? Se continueremo a rispondere allo stesso modo, noi avremo sempre gli stessi risultati.

"Più tentiamo di bloccare i flussi migratori, più questi flussi migratori sono nelle mani delle mafie e dei passatori", afferma Crépeau che aggiunge: "Ciò significa che se non vogliamo più morti nel Mediterraneo, bisogna distruggere il mercato che abbiamo creato e che è in mano ai passatori. Bisogna inoltre stabilire delle vie di entrata nell’Unione Europea che siano molto più accessibili per la maggior parte dei migranti, in modo tale che non debbano ricorrere ai passatori. Perché francamente, fra i passatori e i blocchi che fanno i paesi europei, saranno i passatori a vincere".

Alessandra Spataro

Dal TG20

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