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Il servitore più potente

Il direttore della Serpentine Gallery di Londra è svizzero ed è il "numero uno" dell'arte contemporanea

  • 18 novembre 2016, 06:09
  • 5 settembre 2023, 19:23

Hans Ulrich Obrist, l'uomo che voleva imparare - di Lorenzo Amuso

RSI Mondo 18.11.2016, 17:39

  • ©Lorenzo Amuso

Ha viaggiato senza sosta, per molti anni, anche per 50 settimane all’anno. Ormai da un decennio, da quando la sua base è Londra, limita i suoi spostamenti nei fine settimana. Non è un’irrequietezza esistenziale, quanto il bisogno di esser-ci. Per conoscere, scoprire, imparare. Principalmente incontrare artisti, il nettare della sua attività curatoriale. Direttore della Serpentine Gallery, Hans Ulrich Obrist è stato appena nominato dalla prestigiosa rivista ArtReview la figura più potente nel mondo dell’arte contemporanea. Un riconoscimento gradito all’interessato, che però più che un deus ex machina si percepisce come un servitore dell’arte, una sorta di Sergei Diaghilev, il celebre impresario dei Balletti Russi.

Prima mostra

Nato a Zurigo, H.U.O. - il suo acronimo - scopre la passione per l’arte durante una retrospettiva dedicata a Giacometti. Inizia a collezionare cartoline raffiguranti i più famosi dipinti che espone, nel suo museo immaginario, secondo ordini - cronologici, tematici, stilistici - sempre differenti. Ispirato dal Vasari, dopo aver visto una mostra di Peter Fischli e David Weiss, decide di voler conoscere di persona gli artisti che più ammira. Presto sarà la volta di Gerhard Richter, quindi Alighiero Boetti. Obrist comincia a scorgere il suo futuro, non da artista ma da operatore dell’arte. A San Gallo studia politica ed economia. Nel mentre organizza la prima mostra nella cucina del suo appartamento: 29 i visitatori, abbastanza perché diventi un piccolo caso internazionale. Viene invitato dalla Cartier Foundation. È l’inizio della sua ascesa.

Ritualità

Più che la conoscenza, di H.U.O. stupisce l’incontenibile entusiasmo che ancora sente per l’arte, un’euforica eccitazione per i mille progetti che porta avanti: curatore, consulente, conferenziere, organizzatore, professore, ma anche intervistatore: ama registrare i suoi continui, quotidiani, incontri con gli artisti, conservando più di tremila ore di conversazioni. Instancabile stacanovista, dorme massimo quattro ore per notte, inaugurando la giornata con una corsa per Hyde Park. Non solo jogging, “una forma di ritualità, che la società moderna sta dimenticando, come diceva il regista russo Andrei Tarkovsky”. La citazione che non manca mai nel suo parlare post-moderno, tra digressioni e aneddoti.

Lorenzo Amuso

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