I migranti e i drammi legati alla fuga di centinaia di migliaia di persone hanno permeato i lavori del Congresso estivo del PPD che si svolge questo sabato a La Châble in Vallese. Ospiti stranieri hanno espresso i loro punti di vista sulla questione e, per esempio, il ministro degli esteri austriaco, ha puntato il dito contro l’accordo di Dublino che andrebbe rivisto a livello di UE.
Gli ha fatto eco il presidente del Partito popolare europeo che ha ricordato la tragedia di venerdì in Austria che ha causato la morte di 71 persone abbandonate su un camion poco distante da Vienna e che dovrebbe far nascere profonde riflessioni in tutti i paesi e nei vertici dell’Unione.
Dal canto suo il presidente nazionale del PPD Christophe Darbellay, a due mesi dalle elezioni federali, ha spronato i suoi a liberarsi dalle radicalizzazioni e dai polarismi che non fanno avanzare il partito ricordando che i problemi dell’UE sono anche quelli svizzeri visti i forti legami tra la Confederazione e Bruxelles. Infine i membri del PPD hanno approvato alla quasi unanimità un manifesto per il futuro della Svizzera. Un futuro che sarà con l'Europa attraverso gli accordi bilaterali, ma con una clausola di salvaguardia per frenare l'immigrazione.
Red.MM/ATS/RG/Swing
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