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La realtà di nuove catene

Tratta di esseri umani. Dalla Bulgaria alla Svizzera, viaggio fra le forme della schiavitù contemporanea (1)

  • 3 novembre 2016, 07:13
  • 8 giugno 2023, 00:35
Un fenomeno che sfocia spesso nello sfruttamento della prostituzione

Un fenomeno che sfocia spesso nello sfruttamento della prostituzione

  • rts

È definita la schiavitù moderna, ma la sua ampiezza supera di gran lunga lo sfruttamento e il lavoro forzato conosciuti nelle epoche passate. Dal 2000 è internazionalmente riconosciuta come “tratta di esseri umani”, un fenomeno da cui la Svizzera è tutt’altro che esente. In questo contributo e in quello previsto tra una settimana, (realizzati entrambi grazie al supporto organizzativo del Dipartimento federale degli affari esteri), vi proponiamo – fra testimonianze di ex vittime, autorità e ONG - uno spaccato di questa realtà lungo il percorso Bulgaria-Svizzera.

Donne, la maggioranza, uomini e bambini. Tutti vittime della tratta di esseri umani

Donne, in grandissima maggioranza, uomini e bambini. Le vittime della tratta di esseri umani

  • NCCTHB

Prostituzione, lavoro nero, accattonaggio, microcriminalità, espianto di organi, traffico di neonati, matrimoni forzati. Secondo alcune stime 20 milioni di persone nel mondo (dati 2012 ILO - Organizzazione internazionale del lavoro) e 800mila in Europa (dati 2013 commissione CRIM del Parlamento europeo) vengono sfruttate per questi scopi, spesso reclutate tra le fasce più povere della società con la falsa promessa di un lavoro che sa di vita migliore. Per le vittime l’illusione dura il tempo di un viaggio di sola andata, magari proprio in Svizzera, prima di vedersi tolto quel poco di vita e dignità che ancora avevano. Per i criminali, gruppi organizzati o persone senza scrupoli che si attivano individualmente, si tratta di un business da oltre 30 miliardi di franchi.

Georgina Vaz Cabral e Gerald Neuhaus, esperti OSCE nella lotta alla tratta di esseri umani

Georgina Vaz Cabral e Gerald Neuhaus, esperti OSCE nella lotta alla tratta di esseri umani

  • rsi

In realtà qualsiasi cifra fornita sul tema, se non proprio bugiarda, è quantomeno ingannevole. Poco comparabili fra di loro, le statistiche delle varie autorità hanno in comune solo una cosa: quanto finora scoperto è solo la punta dell’iceberg.

Le considerazioni di Georgina Vaz Cabral, esperta e consulente all’Ufficio del rappresentante speciale OSCE contro la tratta di esseri umani.

Vaz Cabral: "La Svizzera è fra i paesi di destinazione dove le vittime vengono sfruttate"

RSI Svizzera 28.10.2016, 00:19

Irina, ex prostituta sfruttata in Italia

Irina, ex prostituta sfruttata in Italia

  • Iva Tontcheva

Si stima che all’interno dello spazio UE oltre il 75% dello sfruttamento avvenga nell’ambito della prostituzione. In sette casi su 10 si tratta di donne, una proporzione - come altre riguardanti il fenomeno monitorato in Europa - simile a quella presente in Svizzera.

Le vittime provengono soprattutto dall'Europa dell'Est (Romania, Bulgaria, Ungheria), dall'Asia e dall'Africa occidentale. I classici Paesi di origine si trovano però anche nell'America latina, in particolare Brasile e Repubblica dominicana.

Fra chi aveva lasciato la Bulgaria con la promessa di una vita migliore ci sono anche Gergana e Irina

Gergana e Irina, che abbiamo incontrato in due anonimi appartamenti di altrettante cittadine bulgare, raccontano due storie uguali e allo stesso tempo differenti. Hanno entrambe fra i 30 e i 40 anni, ma il loro sorriso e il loro modo di esprimersi sono quelli di una bambina. Se Gergana è stata strappata dalla strada grazie a un coraggioso cliente che aveva già salvato un’altra ragazza (poi divenuta sua compagna), Irina ha alle spalle già tre storie di sfruttamento. La prima in Spagna, dove le avevano promesso avrebbe dovuto raccogliere fragole, poi in Puglia, dove sperava di dover raccogliere pomodori e infine in Grecia. In quest’ultimo caso la promessa consisteva in un lavoro in casa anziani.

Ad accomunarle non ci sono però solo le false speranze, ma anche un racconto a tratti confuso, come se la memoria si fosse frammentata in tanti piccoli ricordi in parte rimossi che qua e là emergono a fatica.

La violenza, l’annientamento, le malattie psichiatriche

Quanto riportiamo, in terza persona o con la voce di Gergana e Irina, non potrà mai descrivere l’esperienza di chi è passato dalle catene dello sfruttamento. A parlarci sono spesso gli occhi delle ex vittime (ne abbiamo incrociate diverse che non se la sentivano di parlare), sguardi che temevamo fossero di paura ma che, ci hanno detto le operatrici sociali che le proteggono e le accompagnano nel loro percorso, esprimono solo vergogna. Una profonda vergogna.

Una delle persone incontrate soffre di schizofrenia paranoide. Anche queste possono essere le conseguenze della tratta di esseri umani, ci dice Antoaneta Vassileva, esperta attiva all’Animus Crisis Center di Sofia. Quali sono, dunque, le vittime identificate e indirizzate a questo sportello di aiuto?

Vassileva: "Alcune delle vittime arrivano quasi a suicidarsi per sfuggire alla propria situazione..."

RSI Svizzera 27.10.2016, 22:23

Antoaneta Vassileva, esperta attiva all’Animus Crisis Center di Sofia e Radoslav Stamenkov, direttore sezionale IOM

Antoaneta Vassileva, esperta attiva all’Animus Crisis Center di Sofia e Radoslav Stamenkov, direttore sezionale IOM

  • rsi

L’Animus Crisis Center di Sofia, come le altre strutture di supporto in Bulgaria, si avvale di una vasta rete di contatti in vari Paesi che, soprattutto per il tramite dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM) ha permesso nel 2015 di rimpatriare e ospitare una quarantina di persone. Per queste ex vittime il rimpatrio è stato ritenuto opportuno a causa delle loro gravi condizioni di salute oppure per il loro desiderio di stare vicine alla famiglia.

Una stanza dell'Animus Crisis Center di Sofia

Una stanza dell'Animus Crisis Center di Sofia

  • Iva Tontcheva

Le catene dello sfruttamento vanno però rotte nei Paesi di destinazione, dove pure possono iniziare dei percorsi reintegrativi. Chi accoglie le vittime, come gli esperti attivi al Centro di assistenza per migranti e vittime di tratta FIZ di Zurigo (che nel 2015 si è occupato di 229 casi, di cui 95 nuovi casi), sono confrontati con sfide per certi versi ancora più difficili. Le spiegazioni di
Rebecca Angelini (FIZ Zurigo):

Angelini: "Per noi è una grossa sfida... Lavoriamo con persone gravemente traumatizzate"

RSI Svizzera 26.10.2016, 22:36

Dal reclutamento allo sfruttamento, cosa succede in Bulgaria

La Bulgaria è tristemente conosciuta come uno dei Paesi d’origine delle vittime della tratta di esseri umani. Prostituzione e sfruttamento della forza lavoro sono gli ambiti in cui essa si declina maggiormente (la Svizzera è fra i maggiori 10 Paesi di destinazione in Europa, in cima alla classifica ci sono Germania, Olanda e Belgio), non mancano però i casi di traffico di neonati (con donne fatte partorire in Grecia, dove il diritto d’adozione è meno restrittivo che altrove), matrimoni forzati con più uomini extraeuropei o persone a cui vengono espiantati gli organi. I procedimenti penali si contano a centinaia ogni anno, le autorità hanno iniziato da tempo una lunga e difficile battaglia contro il fenomeno.

Kamelia Dimitrova, segretaria generale della commissione nazionale bulgara contro il traffico di esseri umani

Kamelia Dimitrova, segretaria generale della commissione nazionale bulgara contro il traffico di esseri umani

  • Iva Tontcheva

Una panoramica della situazione in Bulgaria ci viene illustrata da
Kamelia Dimitrova, segretaria generale della Commissione nazionale contro il traffico di esseri umani (NCCTHB).

Dimitrova: "La Bulgaria è uno dei paesi-chiave per il reclutamento delle tratte di esseri umani..."

RSI Svizzera 28.10.2016, 00:07

I quartieri Rom, là dove i criminali hanno gioco facile

Le vittime della tratta di esseri umani hanno una condizione che li accomuna: la vulnerabilità. Vulnerabilità intesa come emarginazione sociale, scarsa educazione e povertà. Non è dunque un caso che in Bulgaria (come in diversi altri Paesi) i criminali possono attingere da bacini enormi costituiti dai quartieri Rom. Una percentuale altissima di persone sfruttate in ambito sessuale (forse addirittura l’80%) proviene infatti da queste zone.

In Europa la popolazione di etnia Rom è stimata in 10-12 milioni, in Bulgaria le cifre ufficiali parlano di una minoranza pari al 5% dei residenti (10% secondo altre fonti, non verificabili). A Burgas, città di 206mila abitanti famosa non solo in quanto meta turistica affacciata sul Mar Nero ma anche per essere uno snodo nei traffici di bambini e neonati, si trova uno di questi quartieri, chiamato Pobeda.

Il quartiere di Pobeda, nella città bulgara di Burgas

Pobeda conta fra i cinque e i diecimila abitanti a dipendenza delle stime e al suo interno è ulteriormente suddiviso per aree di provenienza, ognuna delle quali fa capo a proprie “autorità”. La disoccupazione secondo i criteri occidentali è pari all’80%, la povertà ti viene incontro da sola, man mano ci si addentra nel quartiere. Particolarmente esplicita l’insofferenza verso gli estranei, che accorcia di parecchio la nostra visita. Parliamo allora con il responsabile della sezione locale dell’ONG “Roma Union”. Si tratta di Dimitar Dokov, anch’egli di etnia Rom.

Dokov: "La tratta di esseri umani passa anche dal nostro quartiere. È una questione molto seria..."

RSI Svizzera 26.10.2016, 23:15

Dimitar Dokov, responsabile dell'ONG "Roma Union"

Dimitar Dokov, responsabile dell'ONG "Roma Union"

  • S. Hochstrasser/La Liberté

Educazione e integrazione. Sono gli obiettivi dichiarati delle autorità bulgare per prevenire il fenomeno della tratta di esseri umani. La Svizzera è in prima fila per dare un seguito positivo a questo progetto. Ce ne parlerà Roland Python, responsabile dell'Ufficio di coordinamento, fra una settimana.

Gian Paolo Driussi

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