La quarta rivoluzione industriale, quella delle nuove tecnologie mobili e della robotica. Il loro impatto sulla nostra vita. E' questo il grande tema del World Economic Forum di Davos, meglio noto come WEF. Un tema come sempre altisonante, tanto da domandarsi se i partecipanti ne parlino davvero tra di loro.
Una domanda alla quale la conferenza stampa d'apertura dei co-responsabili di questa edizione del WEF ci aiuta a dare una risposta. Sul palco, fra gli alti, i direttori generali di colossi mondiali come General Motors, Microsoft, Hitachi e Credit Suisse. Dirigenti globali che per un po' hanno abbandonato i loro ambiti specifici di competenza per ragionare su come si possa gestire la rivoluzione digitale per rendere il mondo un posto migliore e più equo.
Certo - onestamente lo hanno detto anche loro - sul corto e il medio termine l'obiettivo è di rendere le loro aziende redditive, ma guardando ad un orizzonte temporale più ampio perché non lavorare assieme per cambiare in meglio la vita delle persone?
Di questo (e certo non solo) parleranno nei prossimi giorni con altri leader economici e politici, con i rappresentanti delle ONG. Da Davos non se ne andranno con un progetto concreto o degli impegni presi. Ma il seme sarà stato piantato e forse l'albero crescerà. Non sarà molto, dirà qualcuno, ma è un inizio. E' il contributo che il WEF può fornire per "migliorare lo stato del mondo", come recita il suo slogan.
Pietro Bernaschina