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Uno svizzero nell'olimpo

Johan Jakob Meyer da Schöfflisdorf a Messolonghi dove combatté e morì per la libertà sua e della Grecia

  • 24 aprile 2016, 09:48
  • 7 giugno 2023, 19:25

Johan Jakob Meyer, lo svizzero eroe di Grecia - di Lef Dakalakis

RSI Svizzera 24.04.2016, 08:29

Oggi, domenica 24 aprile, in Grecia si festeggia la domenica delle palme. A Messolonghi, cittadina dell'estremo nord del Golfo di Patrasso, si commemora invece il massacro degli abitanti della città avvenuto, ad opera dei turchi, il 10 aprile 1826. Tra i morti di Messolongi c'era anche Johan Jakob Meyer, svizzero di Schöfflisdorf, un borgo di 1400 abitanti nel canton Zurigo.

Meyer, in Svizzera, non era certo conosciuto come cittadino modello: aveva falsficato la sua laurea in medicina ed era ricercato in Europa per un mare di debiti. In Grecia, a Messolonghi - in quegli anni divenuta simbolo della lotta per la libertà - Meyer, che qui si era rifugiato, era considerato invece alla stregua di un eroe. Fu il primo editore del primo giornale della Grecia - Ellenikà chronicà -, un foglio pubblicato in diverse lingue e che raccoglieva diversi giornalisti e pensatori. Fu questo giornale il principale contributo alla guerra di libertà di Messolonghi che si protrasse per quattro anni a partire dal 1822 e che vide attrarre a sé personaggi illustri quali lord Byron o Victor Hugo. "La stampa - diceva Meyer - è l'anima della giustizia". Una frase, questa, che ancor oggi compare negli statuti dell'albo dei giornalisti greci.

E nel suo comune d'origine, Schöffilsdorf, che si dice oggi di Mayer? Il sindaco, Alois Buchegger ricorda come gli abitanti seppero di Meyer in occasione del 700esimo della Confederazione quando il consolato svizzero di Grecia portò alla luce la vicenda suggerendo un gemellaggio che fu fatto. "Fu dopo quel gemellaggio, nel 1991, che la gente di qui cominciò ad interessarsi a Meyer (...). Faccciamo ciò che è possibile per tener vivo il gemellaggio. Non è facile per via della lingua, ma... ogni anno ci incontriamo per le commemorazioni dell'esodo (...)". Oggi, dunque, un pezzo di Svizzera è lì a Messolonghi dove ci porta, con il suo videoreportage, Lef Dakalakis.

m.c.

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