Il numero di studenti universitari che vuole seguire una parte della sua formazione all’estero è aumentato nonostante la Svizzera sia stata esclusa dal programma Erasmus+, dopo il voto popolare dello scorso 9 febbraio.
Diversi atenei, tra i quali l’Università della Svizzera italiana (USI), si sono infatti detti pronti - nel caso non fosse stata trovata una soluzione a livello nazionale - a coprire i costi delle borse di studio che dovevano essere finanziate dal programma europeo per l’anno 2014. A rilevarlo è Arianna Imberti Dosi, responsabile USI del servizio relazioni internazionali e mobilità, che, intervistata dai colleghi delle CSI, ha affermato che per poter garantire agli studenti questa possibilità l’ateneo ha dovuto rinegoziare le intese con i suoi partners. Sull’ottantina di università con le quali l’USI collabora solamente una non ha voluto rinnovare l’accordo, mentre quattro con altre si sono strette nuove collaborazioni.
Nonostante queste notizie positive e il fatto che il Consiglio federale ha elaborato una strategia di transizione per il 2014, gli atenei svizzeri e di riflesso i loro studenti rimangono in una situazione di incertezza per il futuro, ha detto la Signora Imberti Dosi.
CSI/Red.MM
CSI delle 18.00 del 02.09.14; il servizio di Pervin Kavakcioglu