Ticino e Grigioni

"Migranti, più controlli"

I servizi cantonali chiedono più attenzione alla Confederazione; Merlani: nessun problema per la popolazione

  • 23 ottobre 2014, 20:51
  • 7 giugno 2023, 00:12
La richiesta è dell'Associazione dei servizi cantonali di migrazione

La richiesta è dell'Associazione dei servizi cantonali di migrazione

  • ©Tipress

Le misure prese dalla Confederazione in materia di immigrazione non sono sufficienti ad evitare il diffondersi di malattie come varicella, scabbia o tubercolosi. Lo sostiene l'Associazione dei servizi cantonali di migrazione che chiede, attraverso una lettera indirizzata all'Ufficio federale della migrazione (UFM), che vengano migliorati i controlli medici nei centri d'accoglienza della Confederazione e che i richiedenti l'asilo malati non vengano smistati nei diversi Cantoni.

“Come medico cantonale mi piacerebbe poter intervenire a monte, poter discutere con la Confederazione per vedere quali protocolli si potrebbero implementare”, precisa dal canto suo il medico cantonale Giorgio Merlani, aggiungendo: “in Ticino abbiamo sia un centro di competenza della Confederazioni e strutture affidate invece al Cantone e in ogni caso, se un richiedente risulta malato, viene affidato a noi”.

Il medico cantonale Giorgio Merlani

Il medico cantonale Giorgio Merlani

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Il medico cantonale comunque precisa: “non c’è nessun rischio per la popolazione”. Le autorità cantonali, nella lettera, parlano di scabbia, pulci, varicella, non di ebola. L'Ufficio federale della migrazione interroga infatti al loro arrivo i richiedenti l'asilo provenienti dai paesi a rischio, come Guinea, Liberia o Sierra Leone. Inoltre, un migrante, prima di venir attribuito ad una struttura cantonale, rimane in media in un centro della Confederazione 25 giorni; il periodo di incubazione del virus è di 21. Fino ad oggi, l’UFM ha preso contatto con il medico cantonale, incaricato di effettuare i test, sette volte , e in tutti i casi, i risultati delle misurazioni sono stati negativi.

Dal canto suo, l’UFM ci ha detto di aver ricevuto la lettera e risponderà nelle prossime settimane. La sua posizione è comunque chiara: per evitare il problema sollevato dall’Associazione dei servizi cantonali di migrazione è vitale che tutti i richiedenti abbiano la possibilità di incontrare un medico una volta giunti in un centro di registrazione della Confederazione. E oggi, è già così.

CSI/FrCa

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