Ticino e Grigioni

Raro il rimpatrio di detenuti

Dal 1994 in 15 hanno lasciato la Stampa per scontare la pena nel loro paese

  • 20 dicembre 2014, 08:50
  • 7 giugno 2023, 02:37
Il cortile della Stampa

Il cortile della Stampa

  • ©Ti-Press

Fare in modo che un delinquente straniero sconti in patria la pena cui è stato condannato in Ticino è difficile, molto difficile. A sottolinearlo è il Consiglio di Stato che, rispondendo a un’interrogazione di Paolo Sanvido del maggio 2013 ispirata da una riflessione del professor Giovanni Barone-Adesi, evidenzia la complessità della procedura regolata da una convenzione internazionale.

Dal 1994, malgrado si tenti di farvi sempre capo, il rimpatrio è stato possibile in 15 casi: 2 bulgari, 1 tedesco, 7 italiani, 2 olandesi, 1 porghese, 1 spagnolo e 1 svedese condannati per reati contro la vita, l’integrità della persona o per traffico di droga.

Inutile farsi “soverchie illusioni” avverte il Governo rilevando che il rimpatrio dei detenuti richiede (di regola) il consenso del reo che “fa difetto in molti casi”. Inoltre può entrare in linea di conto solo per le definitive e per pene superiori ai 3 anni (sotto non si riesce a completare l’iter). “Pertanto, i reati di furto, evocati nel contributo del prof. Barone-Adesi, non entrano generalmente in considerazione” nota il Consiglio di Stato.

Diem

I detenuti in Ticino nel 2014 secondo la nazionalità.

Ti potrebbe interessare