Ticino e Grigioni

"Scappato dopo un litigio"

Delitto di Chiasso: la testimonianza del figlio, e fratello, dei ricercati, ora in arresto con la madre

  • 30 novembre 2015, 19:58
  • 7 giugno 2023, 15:35
Arresto dopo il fermo per due dei famigliari

Arresto dopo il fermo per due dei famigliari

  • ©Ti-Press

Un padre e un fratello in fuga. Li inseguono gli inquirenti e la terribile accusa di aver ucciso, brutalmente, il loro locatario. Dietro al dramma di Chiasso, oltre al dolore dei famigliari della vittima, vi è lo smarrimento di chi viveva con i presunti omicidi.

In mattinata il cerchio si stringe attorno alla stazione di servizio e autonoleggio in Corso San Gottardo dove sino a settimana scorsa lavorano i due fuggitivi. Tramite Facebook raggiungiamo A.I., uno dei figli che insieme a padre e fratello lavorava alla GialmiCar. Ventiquattro anni, un diminutivo per presentarsi e con la tuta da pilota nella foto del profilo. Ama le auto e le corse. Ha alle spalle due campionati in formula promotion. Ci presentiamo e chiediamo di parlare con lui. In pochi clic la sua risposta, sorprendentemente, è affermativa. Lo immaginavamo in fuga, invece è ancora a casa.

"Molti amici mi cercano e mi stanno scrivendo, - dice - vogliono capire, io non so che spiegazioni dare…"
Ma tuo padre non vi aveva detto nulla?
"No, io sono proprio fuori… da ogni logica."
Ma tuo padre e tuo fratello vi hanno chiamato? Dove sono?
"Dove sono non lo so e sinceramente vista la delicatezza non lo voglio nemmeno sapere. Chi deve fare il proprio lavoro lo faccia…"
Ma li avete sentiti sabato, …dopo quanto avvenuto?
"Allora [ci pensa] io… ehm… sì l’ho sentito in questi giorni…"

Concordiamo di vederci a Chiasso. Un collega è già sul posto e stamattina era nei paraggi per filmare la stazione di servizio. Poi rincalziamo.

Ma il fratello l’hai sentito?
"No, ho sentito solo mio padre."
E cosa gli hai detto… O cosa ti ha detto?
"Che è andato via per un litigio famigliare, diciamo… E poi, quello che è stato detto dopo l’ha fatto spaventare e ha fatto spaventare tutti noi. È quella la situazione, ma la sua partenza non è una fuga, lui è andato via per un litigio famigliare."
Un litigio famigliare? La vittima era di famiglia?
"No, no, no… litigio famigliare con sua moglie."
Ah… a voi ha detto questo?
"A me personalmente sì."

Il giovane confessa come l’attenzione mediatica sul caso stia portando all’esasperazione lui e la sua famiglia. Chiuso in casa segue la vicenda attraverso i portali online. Si spiega così la celerità della sua risposta online.

Proviamo a chiedergli dove immagina possano essere suo padre e suo fratello. Invano.
"Non lo so. Non so dove siano in questo momento. Ho letto dai giornali che dicono in sud Italia… però le ripeto, con tutta franchezza, se lui me lo dicesse mi tapperei le orecchie perché tutta questa baraonda ci fa solo spaventare."

A Chiasso siete rimasti solo tu, tua mamma e tua sorella?
“Non stiamo scappando, siamo qua… E ovvio che non mi piace andare in giro, le dico la verità… Da settimana scorsa non ho più il lavoro, dal 20, e stamattina volevo andare alla Disoccupazione ma ho paura di andarci. Stiamo tutti male, siamo tutti sotto choc, vorrei dire proprio questo ai giornali… ci sono tante persone di mezzo… E diciamola tutta, non si sa ancora la verità…”
Ma vostro padre/marito non vi ha detto proprio niente al telefono?
"No, no… ma poi leggendo i giornali abbiamo capito… Piano piano si è stretto il cerchio, fino a quando non è stato palese che si parlava di lui. Una stangata, mi può capire, micidiale… Ma io non so proprio nulla."

La telefonata finisce così. Vi è un po’ di disagio nel commiato, un palese imbarazzo reciproco che superiamo dandoci appuntamento a Chiasso. Non c’è neppure il tempo di soppesare le parole della telefonata che suona il cellulare. Veniamo informati del blitz della polizia. E poi la notizia di cronaca prende forma. Due presunti omicidi latitanti. E tre dei loro familiari in stato di fermo.

Massimiliano Herber/Quot.

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