Ticino e Grigioni

Turba, tu mi turbi

La polemica sul locale di via Cattedrale non si placa. I fondatori: "Manca l'apertura al dialogo"

  • 10 febbraio 2016, 07:14
  • 7 giugno 2023, 17:18

"Con il Turba vogliamo portare un po' di vita sana a Lugano"

RSI 08.02.2016, 13:28


Via Cattedrale a
Lugano da qualche tempo sembra essere diventata la via della discordia. Più precisamente da quando il circolo culturale
Turba ha aperto i battenti un anno fa. Per alcuni abitanti della zona, infatti, il rumore notturno provocato dai frequentatori e dagli eventi del locale è insopportabile, tanto da chiamare in causa il
Municipio per un intervento risolutore.
Carlotta Zarattini, presidentessa del circolo che ha sede in un antico appartamento del '700, ci tiene però a fornire la sua versione, chiarendo il ruolo del Turba e spiegandoci perché risulta essere conforme alla legge.

Il palazzo che ospita il circolo è del '700

Il palazzo che ospita il circolo è del '700

  • Carlotta Zarattini

La mancanza di dialogo

Due interpretazioni diverse

Una voce fuori dal coro tra i vicini scontenti

Matteo Fieni abita in via Cattedrale ma, a differenza di chi del Turba sente solo il frastuono, è felice della presenza di un posto in cui la cultura viene coltivata: "Mi chiedo cosa scriverebbe Calvino se passasse per queste zone la notte... Lugano a volte sembra davvero una città invisibile! Non si può avere un LAC e una società di mentalità periferica nello stesso luogo. Le due cose sono inconciliabili e il Turba rappresenta una reazione di una Lugano intrattenitrice di quel pubblico affamato di relazioni culturali. Sono convinto che i miei vicini, quelli che si lamentano, capiranno che è anche nel loro interesse preservare gli strumenti della nostra cultura".


"È un progetto - racconta Carlotta - nato dalla volontà di proporre, nei giorni in cui siamo aperti (giovedì venerdì e sabato sera), degli eventi culturali che vanno dalla proiezione di un film a un concerto, da un dj set a una presentazione di un libro o di una tipologia di cucina, promuovendo insomma la cultura a 360 gradi". I fondatori sono consapevoli che un'attività simile possa generare dei rumori, ma assicurano che tutto avviene nell'osservanza dei permessi ricevuti e nel rispetto delle abitazioni circostanti: "Dall'apertura abbiamo apportato diverse modifiche (come l'insonorizzazione di alcune stanze e la sostituzione di alcuni vetri con altri più spessi) e siamo pronti a farne altre, a patto però che la voglia di trovare un compromesso ci sia davvero, perché abbiamo provato più volte a instaurare un dialogo con i nostri vicini, ma loro non hanno intenzione di incontrarci". Una versione, questa, confermataci anche dal sindaco
Marco Borradori: "La mia intenzione era quella di organizzare un incontro pacificatorio in cui fossero presenti entrambe le parti, così il Municipio ha fornito 4 date, ma poco prima del giorno prefissato ci è stato comunicato che i vicini preferivano non presenziare". Il sindaco, inoltre, non nasconde l'importanza di un circolo come il Turba: "Carlotta è brava e piena di idee, se dovesse decidere di chiudere per sfinimento per la città sarebbe una grande perdita". La fondatrice non ha però intenzione di arrendersi: "Spero sempre che prima o poi anche loro avranno voglia di mettersi in discussione e saranno disposti a confrontarsi con noi, venendo a vedere di persona quello che facciamo, perché noi vogliamo portare un po' di vita sana a Lugano e sarebbe bello avere anche il loro sostegno"

"I nostri concerti sono quasi sempre non amplificati"

"I nostri concerti sono quasi sempre non amplificati"

  • Carlotta Zarattini

Abbiamo provato a contattare i vicini per conoscere le loro ragioni e per capire il motivo di tale rifiuto, ma hanno preferito evitare di rilasciare dichiarazioni. Un abitante del condominio adiacente a quello del Turba ci ha spiegato che, essendoci in ballo una causa legale, gli era stato sconsigliato dal suo avvocato (Stefano Camponovo) di rispondere alle nostre domande. L'avvocato Camponovo, raggiunto telefonicamente, ha ribadito quanto già riportato da diversi articoli usciti negli ultimi giorni: "I miei clienti contestano da una parte la mancata ricezione della notifica riguardante la domanda di costruzione (a non essere stata informata sarebbe la Diocesi di Lugano), dall'altra il fatto che la domanda sia stata evasa con una procedura semplificata e non ordinaria". Oltre a ciò l'avvocato sottolinea che non tutti gli aspetti del locale gli sembrano essere in regola: "È pieno di cavi scoperti, in caso di incendio può essere pericoloso". Il legale ha anche preteso formalmente l'astensione dal caso di tutti i municipali che hanno un legame con la situazione, includendo anche coloro che sono soci del circolo.


Su questi ultimi aspetti ad esprimersi è
Sandro Montorfani, direttore della
Divisione Edilizia Privata di Lugano: "Procedura ordinaria o di notifica (semplificata) poco cambia: la legge edilizia anche in caso di un cambio di destinazione (la trasformazione da appartamento in circolo culturale nel nostro caso) permette di scegliere fra i due iter e per entrambi è prevista la pubblicazione, perciò entrambi offrono le medesime opportunità di presentare ricorso". Il problema legato alla musica dal vivo è riconosciuto da Montorfani, che precisa però come l'organizzazione di concerti sia soggetta al rilascio di autorizzazioni da parte del Municipio per il tramite della polizia comunale: "Per trovare un compromesso le autorità potrebbero decidere di concedere meno permessi in tal senso, limitando almeno una parte degli eventi". In una lettera del Municipio inviata a Carlotta e ai condomini della zona interessata si legge poi che "
La proprietà dello stabile al mappale 70 (via cattedrale 6) e di quello al mappale 2147 (Via Cattedrale 8) è la Diocesi di Lugano, che ha ricevuto l’avviso in ragione del confine condiviso con il fondo no. 1015 su cui sorge la Cattedrale". Nella medesima lettera viene anche ribadita la conformità alle leggi: "
L’idoneità della struttura e l’agibilità dal punto di vista della sicurezza antincendio è stata certificata dalla Perizia sul rischio residuo. Gli altri aspetti contemplati dalla Legge risultano anch’essi ossequiati". Lo scritto si conclude con un'affermazione categorica "
la presenza di un Circolo culturale non può essere ritenuta incompatibile con la zona del Nucleo tradizionale della Città".

L'arte al Turba trova spazio in tutte le sue forme

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  • Carlotta Zarattini

Camilla Luzzani

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