Tutte le prove presentate in vista del processo sul delitto di Vernate sono formalmente valide e quindi non più impugnabili. Lo ha deciso oggi, lunedi, il Tribunale di Costanza (sul Mar Nero), al termine dell'udienza preliminare.
I fatti erano accaduti quattro anni e mezzo fa dove risiedeva la vittima, un 43enne informatico italiano. L'imputato, un operaio rumeno, afferma di aver reagito con violenza a delle avances sessuali indesiderate. Gli elementi raccolti dalla polizia ticinese e le circostanze del suo arresto, avvenuto nel maggio scorso a Bucarest, avvalorano però l'ipotesi che il 38enne fornisse prestazioni sessuali a pagamento.
Il processo in Romania si terrà a inizio settembre. Per questo genere di reati la pena massima prevista è di 20 anni. L'imputato, ad ogni modo, non rischia più di 12 anni e 8 mesi di carcere, in virtù dello sconto di pena accordato dal nuovo codice penale a chi riconosce la propria colpevolezza. Lo ha confermato ancora oggi l'accusa.
Red. MM/CSI