Cultura e spettacoli

Diciannove in corsa per il rametto

La Palma d'oro andrà a uno solo: i nostri pronostici

  • 23 maggio 2015, 23:41
  • 6 settembre 2023, 05:06
Cotillard e Fassbender sono Macbeth e signora

Cotillard e Fassbender sono Macbeth e signora nell'ultimo film in concorso

  • See-Saw Films

I PRONOSTICI DI FRANCESCA FELLETTI

La Palma d’Oro assegnata da due geni artistici come Joel e Ethan Coen, quest’anno presidenti di giuria, non potrà non andare a un film con una storia forte e uno stile registico personale, in sintonia con il cinema dei due fratelli del Minnesota. Fra i film in concorso non sono tantissimi ad avere queste caratteristiche.

Premieranno il connazionale Todd Haynes che con Carol ha raccontato con immagini raffinate e un’atmosfera raggelata, l’amore fra due donne (Cate Blanchett e Rooney Mara) in una New York primi anni ’50 ancora immatura per accettarlo?

O la storia di un guerriero e una donna che scappano dalla guerra civile in Sri Lanka emigrando in Francia dove si fingono una famiglia, in Dheepan di Jacques Audiard?

O le quattro sorelle giapponesi di Our Little Sister di Hirokazu Kore-eda che affrontano i problemi e le scoperte di una famiglia allargata?

Ci piace pensare che a vincere sarà Mountains May Depart di Jia Zhangke (già leone d’Oro per Still Life nel 2006) perché è un’opera che sorprende ad ogni momento sia stilisticamente - inizia nel 1999 con uno spassoso balletto da musical e continua poi nei due capitoli seguenti ambientati nel 2014 e nel 2025 ampliando la superfice di proiezione da 4/3 fino al cinemascope – sia dal punto di vista dei contenuti – il triangolo amoroso iniziale diventa il mezzo per illustrare i problemi sociali della Cina e lo scontro/incontro con la cultura Occidentale.

Ai giurati l’ultima parola!

FF

pronostici

I giudizi della critica francese (a sinistra i nostri)

  • Le film Français - RSI

I PRONOSTICI DI MARCO ZUCCHI

Dopo tanti giorni pieni, venerdì sera niente film del concorso. L'ultimo, in programma per la stampa sabato mattina, è l'ambiziosa e pedante ennesima trasposizione del Macbeth shakespeariano, firmata dall'australiano Justin Kurzel. A meno che non torni dall'aldila il bardo in persona per obbligare i giurati a premiarlo, non vincerà niente.

Diversioni extracannensi: arte a Mougins

Per ragionare sui film e sul possibile palmarès niente di meglio di una fuga rilassante, lontano dal caos della Croisette: arte urbana contemporanea e cucina provenzale. A otto chilometri da Cannes c'è Mougins, piccolo borgo pieno di localini e gallerie. È famoso per un ristorante ultrastellato, che ci guardiamo bene dall'avvicinare. Meglio cruditée all'anchoiade e coniglio alla senape in un bistrò. Poi passeggiata artistica. In questo periodo per le vie ci sono sculture colorate e imponenti, con qualche concessione a esiti divertenti.

Camminiamo, guardiamo le statue e nel frattempo facciamo la conta dei meritevoli di Palma in un'edizione di livello decisamente non eccelso, dove tra i diciannove in gara non sono mancati i flop. Cominciamo da questi. Su tutti Sea of Trees di Gus Van Sant, boiatona suicida con Matthew McConaughey che lotta contro l'ostilità di una foresta giapponese (e contro l'inedia indotta negli spettatori). Continuando con Marguerite & Julien, fratelli incestuosi seicenteschi raccontati con delirio lisergico da una Valerie Donzelli degna di miglior causa, tipo la zincatura elettrolitica dei cuscinetti a sfera delle auto. Finendo con un altro francese, Valley of Love di Guillaume Nicloux, in cui Isabelle Huppert brilla come l'auto di batman in una notte senza luna e Gérard Depardieu dà l'impressione di essere costantemente a un centimetro dal mangiarsi il regista, alcune comparse, i membri più torniti della troupe e pure qualche macchina da presa come dessert. Menzione pure per il film con il finale più deprecabile di tutto il festival: Chronic del messicano Michel Franco.

Gérard Depardieu e Isabelle Huppert in Valley of Love

Gérard Depardieu e Isabelle Huppert in Valley of Love

  • Les Films du Worso

Prendiamola dall'altro verso e elenchiamo in ordine di preferenza i pochi papabili:
Mountains May Depart di
Jia Zhangke, d'accordo,
Dheepan di
Jacques Audiard, per me in pole position, il soave
Hirokazu Kore-eda di
Our Little Sister, a cui aggiungerei doverosamente per impeto visionario, voglia di sognare cinema e anche un pizzico di tifo partigiano l'italo-svizzero
La giovinezza di
Paolo Sorrentino. Il napoletano ha possibilità autentiche! Non dimentichiamo anche l'altro italiano
Nanni Moretti, visto che
Mia madre ha fatto il pieno di consensi.

Ambizioni più per altri premi a mio parere possono covare il francese La loi du marché, il greco The Lobster, il potente ungherese Saul Fia e il britannico Carol. Gli altri no grazie, compreso Hou Hsiao-Hsien che parecchi danno messo bene, ma che mi è parso di elegantissima mortale noia.

Joel, Ethan, Sienna, Sophie, Rokia, Rossy, Dane, Jake, Xavier, Guillermo tocca a voi. Il palmarès domenica 24 maggio dalle 19.

MZ

IL SERVIZIO NEL TG CON I PARERI DI CRISTINA TREZZINI


Cannes, il meglio e il peggio del Festival

Telegiornale 23.05.2015, 22:45

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Il diario da Cannes

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