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Un dente riscriverebbe l'origine: è di un ominide vissuto 7,2 milioni di anni fa nel Mediterraneo orientale

  • 24 maggio 2017, 17:29
  • 8 giugno 2023, 07:31
Il premolare del Graecopithecus che risale a 7,2 milioni di anni fa

Il premolare del Graecopithecus che risale a 7,2 milioni di anni fa

  • ansa

Il dente di un ominide vissuto 7,2 milioni di anni fa potrebbe spostare indietro nel tempo le lancette dell'evoluzione umana e indicare che le origini dell'uomo non vanno cercate in Africa, come si riteneva finora, ma lungo le coste orientali del Mediterraneo.

Lo indicano due studi pubblicati sulla rivista Plos One dall'Università tedesca di Tubinga e dall'Accademia bulgara delle Scienze. La scoperta tuttavia non trova consenso unanime nel mondo scientifico.

Dove sia vissuto il primo antenato dell'uomo è un tema da sempre molto dibattuto nella paleoantropologia. Fino ad ora si riteneva che le linee evolutive tra uomo e scimmia si fossero separate nel periodo compreso fra 5 e 7 milioni di anni fa e che i primi ominidi si fossero sviluppati in Africa. Ma le due ricerche appena pubblicate delineano un nuovo scenario sulle origini dell'uomo.

La nuova ricerca ha analizzato parte dei resti fossili di due ominidi del genere Graecopithecus freybergi: una mascella inferiore ritrovata in Grecia e un premolare superiore trovato in Bulgaria. I risultati indicano che le radici dei premolari sono fuse, una caratteristica dell'uomo moderno e di molti ominidi, tra cui l'Ardipithecus e Australopithecus. I ricercatori hanno datato i fossili ad un'età compresa fra 7,24 e 7,175 milioni di anni fa.

ansa/joe.p.

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