Sotto le ideologie: “L’ispettore delle fogne” di Hugo Loetscher

Da lunedì 23 a venerdì 27 marzo 2015 alle 18:20
Replica: il giorno seguente alle ore 01.30

La serie di questa settimana, a cura di Mattia Mantovani, è dedicata a uno dei più importanti romanzi svizzeri del secondo dopoguerra, L’ispettore delle fogne (Abwässer -“Acque di scolo”-nella versione originale), che nel 1963 segnò l’esordio come narratore dell’allora 34enne Hugo Loetscher, il grande scrittore zurighese di nascita ma originario di Escholzmatt nell’Entlebuch, nato nel 1929 e scomparso nel 2009. L’esordiente Loetscher, nel 1963 e cioè nel pieno della guerra fredda, ha un’intuizione assolutamente geniale: raccontare cosa avviene o non avviene nelle fogne di una grande città durante e dopo una rivoluzione che sovverte l’ordinamento politico. E il racconto, o per meglio dire il Bericht, il “resoconto”, come dice il sottotitolo, viene fatto da un ispettore delle fogne che deve giustificare il proprio comportamento al cospetto del nuovo governo. Ma in realtà non deve giustificarsi di nulla, perché le ideologie non penetrano fin nell’oscurità e nelle tenebre delle fogne. Nel quasi archeologico 1963, quando il mondo era spaccato in blocchi ideologici che promettevano, ciascuno a modo suo, le leopardiane “magnifiche sorti e progressive”, una simile consapevolezza sembrava quanto di più retrivo, reazionario e improntato alla conservazione. Cinquant’anni dopo sappiamo che non è così (purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti di vista). Ecco perché L’ispettore delle fogne di Hugo Loetscher sembra un romanzo scritto ieri che ci parla del nostro presente e ci invita a riflettere sul nostro futuro. La serie di questa settimana ripercorre i momenti salienti di questo straordinario romanzo che è stato pubblicato in versione italiana dall’editore Casagrande di Bellinzona.