Filosofia

Ereditare la disobbedienza

di Michela Daghini

  • 10 November 2015, 11:35
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GERONIMO Filosofia
Martedì 10 novembre 2015 alle 11:35
Replica sabato 14 novembre alle 09:00

Il nostro tempo è reso inquieto dal senso di una interruzione di continuità culturale che sembra spezzare la catena tra le generazioni impedendo ogni forma di trasmissione. L'accelerazione, trainata dalle tecnologie, genera uno squilibrio tra esperienza e attesa che ci rende “prigionieri del presente”, tanto ansiosi di previsioni e innovazioni, quanto preoccupati di conservare la tradizione. A partire dall'analisi della memoria culturale, in questa puntata ci occupiamo di eredità e cambiamento, di autonomia individuale e retaggio, temi trattati al Festival Filosofia di Modena che si è tenuto nello scorso settembre. Al cuore dell'esperienza contemporanea, la percezione di una crisi nei rapporti tra generazioni, qualitativamente diversa dai conflitti e dalle “incomunicabilità” che hanno segnato in passato il rapporto tra giovani e adulti: si prefigura una vera e propria interruzione nella trasmissione sociale. Si è peraltro di fronte a generazioni i cui confini sono mobili e inediti rispetto alla concezione classica: l'urgenza della questione spinge d'altronde ad appellarsi a un nuovo “patto generazionale”, come dice Gustavo Zagrebelsky, e in casi eccezionali ma, proprio per questo, significativi, il patto implicito decade e l'eredità non viene raccolta, si interrompe il passaggio, e la Storia, come spiega in questa puntata Jean-Luc Nancy, professore emerito di filosofia presso l’università di Strasburgo, si interrompe, e si chiude un’epoca.

Mentre in tema di eredità, con Simona Forti, professoressa di Storia del pensiero politico contemporaneo presso l’Università del Piemonte Orientale, parliamo dell’importanza della lezione di Socrate in chiave di disobbedienza etica, ricordando come alcuni pensatori recuperino la sua figura come ideale della dissidenza etica e politica, perché di fatto non esiste distinzione le due. Simona Forti ricorda anche sia anche come Socrate sia anche un riferimento importante e sempre positivo nell'intera opera di Hannah Arendt, aiutando a riformulare i temi della coscienza, del male e del pensiero critico.

Tra le segnalazioni bibliografiche, di Simona Forti, tre volumi in cui troviamo i temi trattati nell’intervista, e sono I nuovi demoni. Ripensare oggi male e potere (Feltrinelli), Hannah Arendt tra filosofia e politica (Bruno Mondadori), e Il Totalitarismo (Laterza).

Mentre di Jean Luc Nancy ricordiamo Essere singolare plurale (Einaudi), un'interrogazione profonda e originale sul nostro contemporaneo – e Un pensiero finito (Marcos y Marcos) in cui Nancy annuncia, in tutta la sua drammaticità, la perdita del senso, lo smarrimento del significato del mondo e delle cose.

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