Filosofia

Gli eccessi della ragione

di Antonio Ria, con Paolo Costa

  • 21 ottobre 2014, 13:35
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Paul Gauguin, Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (particolare), 1897, Museum of Fine Arts, Boston

«Che utilità ha oggi la filosofia e qual è la “specialità” del filosofo nell’epoca della settorializzazione dei saperi?». È questa la domanda fondamentale e urgente che pone Paolo Costa nel suo ultimo libro La ragione e i suoi eccessi, pubblicato da Feltrinelli. Ricercatore presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento, Costa è autore di diversi volumi, tra cui Verso un’ontologia dell’umano e Un’idea di umanità, e ha curato varie opere di Hannah Arendt, Darwin e Taylor. I suoi interessi spaziano dalla filosofia morale al rapporto tra filosofia, religione e scienze della natura. E queste ricerche teoriche si concretizzano poi nell’impatto concreto che il progresso scientifico ha sulle nostre vite. In trasmissione Piero Costa osserva che «negli ultimi due secoli i filosofi occidentali si sono trovati spesso nella condizione di dover giustificare la propria funzione, alleandosi ora con la politica, ora con la storia, ora con la scienza. Tutti questi tentativi sono naufragati di fronte all’incapacità di disciplinare gli eccessi della ragione». Più che di utilità allora sarebbe opportuno parlare di urgenza della filosofia, «in quanto forma di curiosità onnivora, desiderio di sentirsi a casa ovunque, caotica creatività intellettuale che unisce l’aspirazione metafisica alla totalità e l’apertura scettica alla complessità dell’esperienza».
Molti sono i campi in cui si possono esercitare gli eccessi della filosofia, secondo Costa: animale, ragione, responsabilità, politica, critica, limite, esempio, tempo, felicità, stupore. Dieci questioni centrali non solo della filosofia, ma dell’esistenza. Perché alla filosofia deve essere restituito quell’originario e necessario rapporto con la vita e con la complessità dell’esistenza.

Gli eccessi della ragione

Filosofia 21.10.2014, 13:35

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