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Angurie e pollo fritto

di Mariarosa Mancuso

  • 7 giugno 2017, 13:35
Angurie e pollo fritto
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Geronimo Libri
Mercoledì 07 giugno 2017 alle 11:35
Replica alle 23:33

“Un po’ di schiavitù non ha mai fatto male a nessuno”. È la linea di difesa, davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti, del giovanotto nero Bonbon (così lo chiama la sua amante, il nome vero non viene pronunciato mai). Lo accusano di aver reintrodotto la segregazione razziale a Dickens, il ghetto nero alla periferia di Los Angeles dove è cresciuto. E dove il padre, intellettuale nero illuminato, lo usava come cavia per i suoi esperimenti sociali.

Accade in “Lo schiavista” di Paul Beatty, primo scrittore americano a vincere il Booker Prize. Un romanzo scritto benissimo, con un cinismo d’altri tempi - viene in mente Jonathan Swift e la sua “Modesta proposta” per rimediare alla miseria irlandese: vendere i bambini ai ricchi inglesi, per farne manicaretti. Scorrettissimo, Paul Beatty può giocare con gli stereotipi: Bonbon coltiva angurie quadrate, e le vende con “Watermelon Man” di Herbie Hancock come colonna sonora.

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