Il giardino di Albert

Dai ciechi veggenti alla visione bionica

a cura di Clara Caverzasio

  • 10 November 2016, 11:35
  • Tecnologia
Dai ciechi veggenti alla visione bionica
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IL GIARDINO DI ALBERT
Giovedì 10 novembre 2016 alle 11:35
Replica alle 23:33
Replica sabato 12 novembre 2016 alle 18:00

Tornare a vedere: è questo il desiderio di tutti i ciechi. Ma non sempre la cecità è stata considerata un problema da curare. Anche se si sa che Nerone guardava combattere i gladiatori attraverso uno smeraldo, il primo supporto visivo, l’occhiale, fu inventato circa 700 anni fa, e solo a partire dal ‘400 si comincia a interrogarsi anche da un punto di vista curativo sulla cecità. Poi nel ‘700 la cecità entrerà a pieno titolo in quella che è la competenza medica. Ma è nel corso degli ultimi anni che si assiste a una rivoluzione, tecnologica innanzitutto: sistemi Gps che sostituiscono i cani guida, elettrodomestici con indicazioni tattili e sonore, oggetti elettronici parlanti. O ancora: un anello dotato di microtelecamera da portare all'indice messo a punto al Mit di Boston, l’EyeRing: puntato su un oggetto, trasmette l'immagine a uno smartphone, che la decritta e ne fornisce la descrizione vocale, si tratti del colore di un vestito o del taglio di una banconota. Insomma, per i 246 milioni di ipovedenti nel mondo e gli oltre 300 mila in Svizzera, le innovazioni high tech tecnologiche non si contano. Ma anche la medicina ha fatto passi da gigante. Tra pochi giorni al San Raffaele di Milano verrà impiantato nell’occhio di un paziente cieco un microchip messo a punto in Germania che gli permetterà di riacquistare in parte la vista. Dalla cecità nei miti greci alla visione bionica del futuro: se ne parlerà nel “Giardino di Albert” di giovedì 10 novembre con Francesco Bandello, direttore dell’Unità di Oculistica e Oftalmologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, e con lo storico della medicina Giorgio Cosmacini.

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