Il giardino di Albert

La Corsa al Quanto

a cura di Marco Pagani

  • 31 August 2017, 11:35
  • Tecnologia
  • Scienza
La Corsa al Quanto

Microsoft e l'Università di Sydney cercano di costruire il primo computer quantistico. Da sinista: il professore David Reilly, la candidata al Dottorato di Ricerca Alice Mahoney e il ricercatore John Hornibrook

  • Keystone

IL GIARDINO DI ALBERT
Giovedì 31 agosto 2017 alle 11:35
Replica alle 23:33
Replica sabato 02 settembre alle 18:00

In replica giovedì 14 dicembre 2017 alle 11:35

Un miliardo di euro in 10 anni: è questa la cifra messa sul tavolo dall’Unione Europea, per recuperare posizioni nella corsa internazionale al computer quantistico e magari vincere questa gara tecnologica contro i giganti che, altrove, hanno investito e stanno investendo enormi risorse.

Intorno alle conseguenze per l’informatica di un’applicazione su vasta scala della teoria dei quanti, infatti, si sta conducendo una corsa paragonabile a quella che alla fine degli anni ’60 portò il primo uomo sulla luna.

I principali soggetti in gara sono i grandi colossi della tecnologia: IBM, Google, Microsoft, HP, Intel, Mitsubishi, più ovviamente il soggetto pubblico che più di ogni altro oggi, è in grado di sparigliare le carte in questo campo: la Cina, che ha già buttato nel progetto quantistico l’equivalente di 4 miliardi di dollari.

Per capire meglio perché questa tecnologia sia così cruciale per il futuro, in che cosa sia radicalmente diversa dal sistema binario che usiamo attualmente e quali siano le potenziali conseguenze di una sua applicazione su vasta scala, abbiamo intervistato Tommaso Calarco, direttore del Centro per le Scienze e Tecnologie Quantistiche Integrate dell’università di Ulm e primo firmatario del Quantum Manifesto, e Alessandro Curioni, vicepresidente di IBM Europa e direttore del laboratorio di ricerca IBM di Zurigo, dove esiste già un prototipo funzionante di computer quantistico.

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