IL GIARDINO DI ALBERT
Giovedì 31 agosto 2017 alle 11:35
Replica alle 23:33
Replica sabato 02 settembre alle 18:00
In replica giovedì 14 dicembre 2017 alle 11:35
Un miliardo di euro in 10 anni: è questa la cifra messa sul tavolo dall’Unione Europea, per recuperare posizioni nella corsa internazionale al computer quantistico e magari vincere questa gara tecnologica contro i giganti che, altrove, hanno investito e stanno investendo enormi risorse.
Intorno alle conseguenze per l’informatica di un’applicazione su vasta scala della teoria dei quanti, infatti, si sta conducendo una corsa paragonabile a quella che alla fine degli anni ’60 portò il primo uomo sulla luna.
I principali soggetti in gara sono i grandi colossi della tecnologia: IBM, Google, Microsoft, HP, Intel, Mitsubishi, più ovviamente il soggetto pubblico che più di ogni altro oggi, è in grado di sparigliare le carte in questo campo: la Cina, che ha già buttato nel progetto quantistico l’equivalente di 4 miliardi di dollari.
Per capire meglio perché questa tecnologia sia così cruciale per il futuro, in che cosa sia radicalmente diversa dal sistema binario che usiamo attualmente e quali siano le potenziali conseguenze di una sua applicazione su vasta scala, abbiamo intervistato Tommaso Calarco, direttore del Centro per le Scienze e Tecnologie Quantistiche Integrate dell’università di Ulm e primo firmatario del Quantum Manifesto, e Alessandro Curioni, vicepresidente di IBM Europa e direttore del laboratorio di ricerca IBM di Zurigo, dove esiste già un prototipo funzionante di computer quantistico.