Il giardino di Albert

L’ignoto, l’incertezza e l’importanza del non sapere

Seconda parte, di Clara Caverzasio

  • 21 February 2015, 18:00
  • Scienza

SECONDA PARTE. Il fascino dell’ignoto accompagna l’uomo fin dalla notte dei tempi spingendolo all’esplorazione e alla ricerca: di terre sconosciute così come della presenza di altri mondi nell’universo. E probabilmente la chiave di volta della nostra indagine sull’ignoto è proprio la domanda “C’è vita nell’universo”.

Un interrogativo cui cercano di dare una risposta studiosi come Caleb Scharf, direttore del Centro di Astrobiologia della Columbia University, tra gli ospiti della decima edizione del festival della scienza di Roma che si è tenuto a fine gennaio, e che quest’anno era dedicata proprio al tema dell’Ignoto e alle sue principali declinazioni: l’ignoranza e l’incertezza. Infatti se l’ignoto è il carburante della scienza, il primo passo per intraprendere l’avventura della conoscenza è ‘sapere di non sapere’, come nella filosofia socratica. Perciò c’è chi, come il neurobiologo Stuart Firestein direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche della Columbia University, da anni tiene un corso proprio sull'ignoranza, chiamando a tenere lezioni colleghi scienziati di diverse provenienze, per sottolineare l'importanza, per il progresso della conoscenza scientifica, di ciò che non sappiamo. Non resta, allora, che imparare aessere nostro agio nel dubbio e nell’incertezza, cercando di sviluppare quella che lo scrittore e accademico inglese Dylan Evans ha chiamato l’Intelligenza del rischio: quella messa in campo in particolare da giocatori professionisti, meteorologi, speculatori finanziari, investigatori, ma che anche tutti noi usiamo inconsapevolmente nelle piccole decisioni di ogni giorno.

Tre ospiti internazionali del Festival di Roma che saranno protagonisti anche del Giardino di Albert di sabato 21 febbraio.

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