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24 aprile 1915: la domenica rossa dell’Armenia

di Romano Giuffrida

  • 24 aprile 2015, 11:00
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Civili armeni in marcia forzata verso il campo di prigionia di Mezireh, sorvegliati da soldati turchi armati. Kharpert, Impero Ottomano, aprile 1915.

  • Wikipedia

Venerdì 24 aprile 2015 alle 09:00
Replica alle 22:35

24 aprile 1915: la domenica rossa dell’Armenia

Laser 24.04.2015, 11:00

E’ trascorso un secolo dall’inizio di quello che viene considerato il primo genocidio del Novecento: il Metz Yeghern ossia il “grande crimine”, il genocidio del popolo armeno.

Nello spazio di un anno circa, tra il milione e mezzo e i due milioni di armeni furono sterminati senza pietà. Oltre alle fucilazioni, alle impiccagioni, alle torture e agli stupri, i Giovani Turchi che dal 1909 erano alla guida della Turchia, al fine di accelerare la “pulizia etnica”, decisero per migliaia e migliaia di armeni il “viaggio della morte”ossia la loro deportazione con una marcia interminabile verso il deserto siriano senza acqua né cibo.

Perché? Perché gli armeni? E soprattutto perché un genocidio? E perché, dopo un secolo, la Turchia continua a negare davanti alla comunità internazionale il genocidio stesso? Perché il governo turco si limita a parlare di un “evento” causato dalle necessità belliche della Prima Guerra mondiale e comunque di proporzioni ridotte rispetto a ciò che le testimonianze dell’epoca e, successivamente, le ricerche degli storici hanno provato ovverosia la veridicità di ciò che gli armeni hanno sempre dichiarato e cioè l’essere stati vittime di un massacro finalizzato all’eliminazione della loro intera popolazione?

Francesco Berti, docente del dipartimento di scienze politiche giuridiche e studi internazionali dell’Università di Padova, Vincenzo Pace, docente di sociologia generale presso la facoltà di scienze politiche della stessa università, Edda Fogarollo, docente di storia moderna e contemporanea alla facoltà pentecostale di scienze religiose di Aversa e Benedetta Guerzoni, ricercatrice all’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Reggio Emilia (ISTORECO) e autrice del libro Cancellare un popolo. Immagini e documenti del genocidio armeno (2013, Mimesis edizioni), sono gli studiosi ai quali Romano Giuffrida ha chiesto di raccontare cosa avvenne alla popolazione armena a partire dal Garmir Giragi ossia dalla “domenica rossa” (rossa di sangue ovviamente), del 24 aprile 1915, quando cioè ebbe inizio il dramma del Metz Yeghern.

Nel corso del Laser, con la voce dell’attrice Lia Careddu, si potranno ascoltare alcuni versi dello scrittore e poeta armeno Hrand Nazariantz (1866-1962).

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