Bibbia e filosofia: fissità dello scritto, libertà di pensiero?

Un rapporto problematico, quello tra Bibbia e filosofia: nel corso della storia la filosofia si è occupata in molti modi della Bibbia che, a sua volta, ha influenzato la filosofia e le strutture stesse del linguaggio e del pensiero.

Emergono vari interrogativi: lo statuto speciale di “sacro” è un ostacolo alla libertà di pensiero? Sono due modelli, uno di libertà, uno di soggezione? E qual è la relazione fra Scrittura e pensiero? Un rapporto e un confronto dialettico quindi che non si mai interrotto nelle culture europee, e che non è perciò ovvio, quello tra Bibbia e filosofia, data la pretesa autoritativa avanzata dalla prima e, viceversa, la strutturale autonomia del filosofare. Il Laser odierno, curato da Antonio Ria, intende perciò interrogarsi sulla qualità del rapporto dialettico intercorrente tra l’apparente fissità dello scritto e la libertà del pensiero, in particolate rispetto all’oggi. Partecipa alla trasmissione Maria Cristina Bartolomei, docente di Filosofia della religione e Filosofia morale all’Università degli studi di Milano e curatrice del volume La filosofia e il Grande Codice, edito dalla Claudiana di Torino; insieme a Ugo Perone, titolare della Cattedra ”Romano Guardini” in Filosofia della religione cattolica presso la Humboldt-Universität di Berlino e presidente della Società italiana per gli studi di filosofia e teologia. Mentre col teologo e scrittore svizzero Ursicin Gion Gieli Derungs si analizza in particolare il modo in cui si è configurato il rapporto Bibbia-filosofia in Svizzera e a quali condizioni la Bibbia può entrare fruttuosamente in dialogo con la filosofia: la Bibbia, afferma Derungs, oltre che “fonte inesauribile di espressioni di fede e di speranza è anche uno stimolo di pensiero e di poesia”.