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Il tempo dei gitani: pellegrinaggio a Saintes-Maries-de-la-Mer

Rete Due, martedì 2 settembre, 09:00

  • 2 settembre 2014, 11:00
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Statua di Sara la Nera nella cripta della chiesa di Saintes-Maries-de-la-Mer

  • Wikipedia

Una santa nera, stracolma di braccialetti, pendagli, collanine, stoffe e corone, seguita in processione fino al mare da un corteo ben assortito di gitani provenienti da tutta Europa, da una rappresentanza del clero cattolico locale e da centinaia di turisti, devoti alla pratica del selfie. Succede in Camargue, ogni anno a fine maggio. Dal punto di vista religioso si tratta di una festa molto singolare perché viene celebrata Sainte Sara, una santa considerata protettrice degli zingari, una santa che in realtà non solo non è riconosciuta dal Vaticano, ma che ha delle origini decisamente oscure. La fede però, si sa, non ha bisogno di documenti o fonti attendibili e così il culto si è diffuso nei secoli malgrado gli scarsissimi riscontri storici. Oggi la festa rischia di scomparire non tanto per una deriva atea degli zingari, anche se la presenza dei gitani a Saintes-Maries-de-la-Mer cala di anno in anno. Il vero rischio è quello che la festa diventi più un prodotto per turisti che un autentico pellegrinaggio. “È la globalizzazione, bellezza” direbbe qualcuno. D’altronde a vestirsi con le gonnellone folcloristiche e a mettersi i fiori tra i capelli sono solo alcune eccentriche visitatrici che sembra giochino per qualche giorno a interpretare la Carmen di Bizet. Le zingare vere si sono convertite da tempo ad altri stili e dai loro guardaroba non manca mai, ad esempio, una tuta acrilica, rigorosamente ghepardata. Il consiglio, quindi, se proprio si vuole fare un giro in Camargue per l’occasione, è quello di affrettarsi per cogliere ciò che resta di una festa che, negli anni Sessanta, doveva avere il sapore di una Woodstock francese.
Elisabetta Jankovic

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