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Kunduz, l'ospedale e le bombe

di Guido Piccoli

  • 3 ottobre 2016, 11:00
Kunduz, l’ospedale e le bombe
  • Keystone

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Lunedì 03 ottobre 2016 alle 09:00
Replica alle 22:35

Sullo sfondo, i rumori della guerra e i canti dei combattenti di ogni parte. In primo piano Gabriele Eminente, responsabile di Medici senza Frontiere in Italia, e il responsabile della comunicazione Francoise Dumont che raccontano quanto accaduto giusto un anno fa all’ospedale di Msf a Kunduz, città orientale dell’Afghanistan (quando furono uccisi una cinquantina di persone, tra i quali quattordici tra medici e infermieri). E, più in generale, ricordano i bombardamenti contro le strutture sanitarie di molti paesi in guerra, tragico esempio e risultato di un imbarbarimento mai conosciuto prima nella storia dell’umanità. Fino ai conflitti mondiali del secolo scorso bastava alzare la bandiera bianca, con o senza la croce rossa, per ottenere la sospensione dei combattimenti. Adesso invece, al di là dell’umanitarismo sbandierato dagli stati e dei loro impegni formali, vengono attaccati deliberatamente e impietosamente gli ospedali, non più considerati nei fatti come luoghi neutrali di pace. E lo dimostra appunto quanto accaduto a Kunduz nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 2015, su cui è stato realizzato lo sceneggiato “Bombe di pace” (in onda dal 3 fino al 14 ottobre alle ore 13,30, dal lunedì al venerdì, sulla Rete Due). E in questo caso il responsabile dell’attacco non sono dei terroristi o ribelli oppure uno “stato canaglia”, ma un bombardiere della maggiore superpotenza, gli Usa, i cui responsabili sono e sicuramente saranno assolutamente impuniti.

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