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La nera notte della filosofia

Martin Heidegger e l’antisemitismo metafisico, di Paolo Belli

  • 7 luglio 2015, 11:00
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Martin Heidegger, fotografato dal figlio Hermann negli anni '50

  • Foto: Hermann Heidegger

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Martedì 7 luglio 2015 alle 09:00
Replica alle 22:35

La nera notte della filosofia

Laser 07.07.2015, 11:00

Gli ebrei sono i responsabili dell’”oblio dell’Essere” e i fautori del loro stesso “autoannientamento”. Così si legge tra le pagine dei cosiddetti Quaderni neri (neri per via della copertina); 33 volumi - una sorta di diario personale - che coprono un arco temporale dal 1931 al 1970.

Ad averli letti sono in pochi (solo ora vengono pubblicati in Germania), ma stanno ovunque accendendo un intenso dibattito. Rimasti inediti per volontà dello stesso Autore, il filosofo tedesco Martin Heidegger, i Quaderni hanno già causato i primi sussulti tellurici in ambito culturale.

Günter Figal, titolare della cattedra di fenomenologia - che fu di Husserl e dello stesso Heidegger -, ha definito “disgustose e terribili” le note antisemite emerse dai taccuini e si è immediatamente dimesso dalla carica di presidente della germanica Società Heideggeriana. Pure dimissionaria (seppure per ragioni differenti) la vicepresidente Donatella Di Cesare.

L’”antisemitismo metafisico” (la definizione è della stessa Donatella Di Cesare, che sul tema ha pubblicato il volume Heidegger e gli Ebrei) solleva inquietanti interrogativi e rinvia alla responsabilità della filosofia - e dei filosofi - nello sterminio.

Il tema era stato affrontato lo scorso 28 febbraio nel corso di un Seminario organizzato e promosso dalla Fondazione Eranos ad Ascona e dal Presidente Fabio Merlini.

Paolo Belli ci propone oggi un approfondimento con le voci di alcuni studiosi (incontrati in occasione del Seminario al Monte Verità):

Peter Trawny, curatore della edizione tedesca dei Quaderni; insegna attualmente alla Bergische Universität Wuppertal, dove è anche direttore del Martin-Heidegger-Institut. Ha curato numerosi scritti appartenenti alle opere complete di Martin Heidegger, tra cui: Heidegger und der Mythos der jüdischen Weltverschwörung (2014).

Adriano Fabris è docente di Filosofia morale all’Università degli Studi di Pisa e professore alla Facoltà di Teologia di Lugano. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo: Metafisica e antisemitismo. I “Quaderni neri” di Heidegger tra filosofia e politica (2014) e Il pensiero ebraico nel Novecento (2015).

Donatella Di Cesare insegna Filosofia teoretica alla Sapienza di Roma. Tra le sue recenti pubblicazioni: Grammatica dei tempi messianici (2011), La giustizia deve essere di questo mondo (2012), Se Auschwitz è nulla. Contro il negazionismo (2012) e Crimini contro l’ospitalità (2014). Per Bollati Boringhieri ha pubblicato (oltre al citato Heidegger e gli ebrei), Israele. Terra, ritorno, anarchia (2014).

Costantino Esposito insegna Storia della filosofia presso l'Università degli Studi di Bari. Tra i suoi studi heideggeriani, ricordiamo: Heidegger. Storia e fenomenologia del possibile e una nuova introduzione all’Autore intitolata Heidegger (2013).

Dunque: come sarà possibile conciliare d’ora in poi la grandezza del filosofo con la meschinità del nazista antisemita?

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