Martedì 5 maggio 2015 alle 09:00
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La stretta di Putin sui media
Laser 05.05.2015, 11:00
La guerra in Ucraina e le tensioni con l'Europa hanno ristretto ulteriormente la libertà di espressione e di stampa in Russia. Chi ha osato scrivere del conflitto in Donbass senza seguire la linea ufficiale del Cremlino è stato emarginato, o aggredito, o isolato. La direttrice del popolarissimo sito di informazione Lenta.ru è stata licenziata in tronco dopo i reportages dall'Ucraina dei suoi giornalisti. Ora con i suoi redattori si è spostata all'estero, in Lettonia, per sfuggire alla censura.
Fino a qualche anno fa Internet era l'ultima zona franca, che sfuggiva al controllo del Cremlino. Ma con le nuove leggi approvate a Mosca, un sito internet può essere chiuso con un semplice ordine della procura, senza possibilità di appello. Non per niente la Russia risulta al 152esimo posto su 180 paesi nell'ultima classifica sulla libertà di informazione compilata da Reportères sans Frontières.
Anche i musicisti russi che si sono schierati contro la guerra in Ucraina hanno pagato cara la loro scelta: concerti annullati, lanci di pomodori sul palco, sorveglianza della polizia. “Il mio paese è diventato pazzo” canta il rocker Andrei Makarievic, storico fondatore dei Time Machine: “Il mio paese è andato in guerra e non sono riuscito a fermarlo”.