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L’arte del dire

Mario Brasu e i poeti estemporanei sardi, di Marzia Ciamponi ed Elisabetta Ranieri

  • 5 marzo 2015, 10:00
Pastori sardi

Pastori sardi

Giovedì 05 marzo 2015 alle 09:00
Replica alle 22:35

L’arte del dire

Laser 05.03.2015, 10:00

Quale può essere il legame che unisce un pastore sardo a Dante Alighieri, o a Ludovico Ariosto? Per chi ha avuto modo di conoscere Mario Brasu sicuramente la risposta è facile: l’arte dell’improvvisar cantando o “l’arte del dire” come la chiama il divino poeta nella Vita nova, e l’ottava rima, la metrica dell’ Orlando furioso, il poema cavalleresco del poeta rinascimentale.

Sì, perché Mario Brasu oltre ad essere un pastore di professione è anche un poeta estemporaneo e non poteva essere che così, dato che “da sempre i pastori improvvisano in ottava rima”, ci dice, “io la conosco da sempre”.

La poesia estemporanea in ottava rima è un arte secolare che affonda le radici nella più antica tradizione orale. È stata storicamente uno strumento prezioso di conservazione e tutela, ma soprattutto di valorizzazione e arricchimento della lingua sarda, espressione della civiltà e della storia dell’isola ,e nel contempo un mezzo per difendere e sviluppare l’identità e la coscienza di un popolo.

I poeti sardi che la praticano sanno dare prova delle loro capacità espressive, ma soprattutto di un modo di esserci nel mondo e di rappresentarsi con modalità oggi assolutamente insospettabili, eppure ancora fortemente suggestive.

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