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Morte 2.0

Com’è cambiata la morte da quando abbiamo iniziato ad avere vite digitali, di Monica Bonetti

  • 19 August 2016, 09:00
I pericoli di Internet
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Venerdì 19 agosto 2016 alle 09:00
Replica alle 22:35

Morte 2.0

Laser 19.08.2016, 11:00

Ormai da diversi anni i cimiteri tradizionali, con tombe e loculi, non sono più il solo luogo in cui celebrare la memoria dei defunti. Tra le conseguenze della globalizzazione e della maggiore mobilità delle persone c’è anche quella di celebrarne il ricordo magari anche molto lontano da dove sono sepolti. Sono nati anche per questo i cimiteri virtuali, il primo nell’aprile del 1995, strumenti che superano i limiti di spazio e di tempo e che collegano tecnologia, sfera emotiva e relazione sociale.

Ma questo è stato solo il primo passo in un’epoca che ancora non conosceva la presenza pervasiva dei social network.

Oggi che Facebook, la piattaforma più diffusa, ha superato il miliardo e mezzo di utenti attivi, si stima che con l’attuale tasso di crescita già nel 2065 potrebbe registrare più profili “defunti” di quelli di utenti in vita. Considerazioni che indurranno forse a qualche gesto scaramantico ma che hanno già generato la nascita di siti e applicazioni che si occupano delle conseguenze di queste considerazioni.

Ne abbiamo parlato con la sociologa e filosofa Fiorenza Gamba, docente all'università di Sassari e di Ginevra, che si occupa dell’argomento da una decina di anni e che ha da poco pubblicato i frutti della sua ricerca in un volume dal titolo “Mémoire et immortalité aux temps du numerique” (edizioni L'Harmattan).

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