Laser

Per una storia della fotografia

di Antonio Ria

  • 22 giugno 2015, 11:00
Daguerreotype_Daguerre_Atelier_1837.jpg

Louis Daguerre, Natura morta, dagherrotipo del 1837

  • Wikipedia

Settimana speciale laser
Da lunedì 22 a venerdì 26 giugno 2015 alle 09:00
Replica alle 22:35

Per una storia della fotografia

  • Per una storia della fotografia (1./5)

    Laser 22.06.2015, 11:00

  • Per una storia della fotografia (2./5)

    Laser 23.06.2015, 11:00

  • Per una storia della fotografia (3./5)

    Laser 24.06.2015, 11:00

  • Per una storia della fotografia (4./5)

    Laser 25.06.2015, 11:00

  • Per una storia della fotografia (5./5)

    Laser 26.06.2015, 11:00

Riandare alle origini della storia della fotografia (1838-1890) vuole essere soprattutto acquisire consapevolezza sul significato del nostro “scattare” odierno, spesso compulsivo e non consapevolmente intenzionale, ma teso come a “impadronirci” di un segmento di realtà: persone, paesaggi, eventi, particolari. Quindi occorre prendere consapevolezza che “scattare” una fotografia è anche ripercorrere una parte di gesti e di scelte che hanno portato alla nascita delle immagini. “Guardare” ci spingerà a “vedere” e quindi a “osservare”. Per il grande critico John Berger (“Sul guardare”, Bruno Mondadori) l’attenzione e le prospettive dei nostri sguardi cambiano di continuo. Guardare non è solo un atto percettivo, ma si intreccia con il vissuto, la storia e la memoria dell’uomo, dando luogo a un’esperienza complessa: che significa «essere costantemente sorpresi da qualcosa» (Berger). Esplorare quindi l’enigma del guardare significa entrare in stretto contatto con il ruolo dell’immagine nella storia. Concentrare l’attenzione sulla percezione della fotografia alla sua nascita vuol dire anche accostarsi alla sua definizione, per comprendere la natura dello strumento.

Nella seconda tappa (1891-1940) la fotografia produce una nuova visione del mondo: sono gli anni dell’accelerazione del progresso tecnologico, l’avvento dell’“età della macchina” e di quella delle metropoli, con le epocali crisi economiche, le rivoluzioni, le dittature e infine le due guerre mondiali, che hanno trovato nella macchina fotografica uno strumento di narrazione straordinario. L’invenzione e lo sviluppo della fotografia cambia radicalmente la rappresentazione della guerra: il racconto diventa soprattutto immagine, sintesi, evidenza, emozione, con una diffusione planetaria prima inimmaginabile. La Grande Guerra, la Guerra Civile Spagnola, la Seconda Guerra Mondiale, il Vietnam producono reportage come quelli di Capa e Cartier-Bresson. Nelle guerre recenti e in quelle contemporanee la guerra cambia e la fotografia guarda ad essa con occhi diversi. Intanto la fotografia si trasforma – con l’avvento della Kodak – in una pratica di massa e, attraverso la diffusione della stampa popolare, viene fruita da milioni di persone in tutto il mondo. È l’epoca dei grandi miti della fotografia: da Alfred Stieglitz a Robert Capa, da Eugène Aget ad August Sander a Walker Evans. Sorgono anche nuove tematiche, come il rapporto fra le pratiche amatoriali e quelle dell’avanguardia artistica, e la fotografia come strumento di propaganda politica. Ci si può così avvicinare alla definizione della fotografia come documento del tempo presente.

Nella terza tappa (1941-1980) la fotografia viene definitivamente riconosciuta come una delle arti più importanti del XX secolo: è la conclusione di un percorso durato cento anni, e insieme l’avvio di una nuova stagione. La fotografia analizza eventi storici e sociali, li racconta, li documenta e – attraverso anche le pagine dei giornali – li interpreta. È la stagione del grande fotoreportage, della mitizzazione di figure come Cartier-Bresson e Eugene Smith, della nascita dell’Agenzia Magnum, della diffusione planetaria delle riviste illustrate (“Life”, “Paris Match”, “Epoca”). Sono gli anni dei protagonisti del neorealismo italiano e della fotografia umanista francese; ma anche gli anni in cui si afferma la fotografia a colori e inizia quel percorso che – a partire dagli anni Settanta – la porterà a dominare la scena a cavallo tra i due secoli. Si arriva così all’età contemporanea (dal 1981 a oggi), con le questioni relative alla realizzazione e all’utilizzo di questo medium nella società odierna. Cosa sta diventando la fotografia nell’epoca del digitale e della rete? L’evoluzione della tecnica e dei linguaggi fotografici porta alla realizzazione di un numero incredibile di immagini, spesso condivise da milioni di persone. Ma sono gli anni in cui la fotografia si sta affermando come uno dei linguaggi di maggior successo dell’arte contemporanea. Dalla storia passiamo al presente: a quello che vediamo e a quello che si intravede. Tecnologia, informazione, comunicazione, economia, arte. Ancora una volta la fotografia è al centro dei grandi mutamenti sociali, ed è a sua volta in continua evoluzione. Accanto all’aspetto di grande popolarità e di facile accesso, con strumenti semplici alla portata di tutti, emergono ormai figure storiche, come quelle di Robert Mapplethorpe, Luigi Ghirri, Martin Parr… È il tempo della fotografia documentaria della “Scuola di Düsseldolf”; ma occorre anche riflettere sulle questioni sollevate dall’“era dell’archivio” nella quale viviamo e sul ruolo della fotografia nell’età della globalizzazione e della informatizzazione, ma anche su una disciplina sempre più amata dalle giovani generazioni.

Nella varie tappe di questo percorso storico ci accompagna Walter Guadagnini, curatore della più recente e completa ricerca in quattro grandi volumi, intitolata La Fotografia, e pubblicata nel 2014 da Skira: vi partecipano diecine di studiosi da tutto il mondo, con migliaia di immagini. Quattro volumi cartonati di grandi dimensioni e di altissima qualità di stampa, che fa onore all’editoria europea. Insieme a Guadagnini una guida di grande prestigio, Giovanna Calvenzi, photoeditor, storica della fotografia, curatrice di grandi mostre, l’unico italiano ad essere stato invitato a dirigere “les Rencontres Internationales de la Photographie” di Arles.

La settimana di Laser dedicata alla Storia della fotografia si conclude con una tappa relativa al passato e al presente della fotografia in Svizzera: grandi fotografi, scuole di prestigio, musei, festival. A farci da guida e da collegamento con i maestri e le varie istituzioni sarà il fotografo ticinese Marco D’Anna, ormai anche lui affermato dentro e fuori la Svizzera.

Tutte le puntate:

22.06.15 Alle origini della fotografia (1838-1890)

23.06.15 La fotografia e una nuova visione del mondo (1891-1940)

24.06.15 La fotografia tra le arti del XX secolo (1941-1980)

25.06.15 La fotografia nell’epoca del digitale e della rete (1980-2015)

26.06.15 La fotografia in Svizzera: i maestri, le scuole, i musei, i festival

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