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Una casa per i senza patria

Un viaggio tra i Sinti e gli Jenisch d'Italia e Svizzera, di Mattia Pelli

  • 31 maggio 2016, 11:00
Jenisch al lago Lauerz, Svitto 1928

Famiglia jenisch al lago Lauerz, Svitto 1928

  • Wikipedia

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Da martedì 31 maggio a giovedì 02 giugno 2016 alle 09:00
Replica alle 22:35

“È stata fatta una politica doppia: si voleva fare degli svizzeri dagli Jenisch. Sono stati fatti svizzeri attraverso il diritto civile, ma nello stesso tempo è stata distrutta la loro cultura”. Parole dure quelle dello storico Zurighese Thomas Huonker nei confronti del nostro Paese e delle sue politiche verso la minoranza autoctona degli Jenisch. La sua voce ci accompagna, in una delle tre puntate di Laser dedicata a Sinti e Jenisch, alla scoperta di queste minoranze storiche, del loro passato e del loro futuro. Per cercare di rispondere a una domanda: queste popolazioni sono presenti in Europa fin dal lontano Medioevo, ma qual è il posto che abbiamo riservato loro nella nostra società?

Un viaggio che parte dall'Italia, dove in Alto Adige si è sperimentata una soluzione nuova per dare soddisfazione all'esigenza abitativa dei Sinti, la popolazione Zigana autoctona, giunta nell'Ottocento dalla Germania e dall'Austria.

A Basilea, invece, andiamo a scoprire la storia di Michael Minster, un sinto, e di sua moglie, nel piccolo villaggio Jenisch alle porte della capitale. Un viaggio che si conclude nei pressi di Ginevra, a casa di May Bittel. Pastore evangelico, ottimo chitarrista Manouche e personaggio pubblico riconosciuto in Europa. Bittel affronta senza peli sulla lingua i problemi attuali che vivono queste minoranze nel nostro Paese. Non senza un tocco di Jazz.

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