Oggi, la storia

125 anni cadeva l’Impero del Brasile

di Simona Boscani Leoni

  • 24 novembre 2014, 08:05
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Johann Moritz Rugendas, Ritratto di Pietro II all'età di 20 anni in uniforme di corte da Ammiraglio,1846.

  • Wikipedia

Oggi, la storia 24.11.14

Oggi, la storia 24.11.2014, 07:05

125 anni fa, il 15 novembre del 1889, cadeva l’imperatore del Brasile Pedro II (1825-1891). Pedro II sedeva sul trono brasiliano come successore di suo padre, Pedro I (1798-1834), che fu l’artefice della nascita - nel 1822 - di un Brasile indipendente dalla corona portoghese. Con la sua esautorazione, Pedro II permetteva al paese di diventare una Repubblica: lui stesso prese la strada dell’esilio in Francia, dove morì nel 1891. Il colpo di stato repubblicano fu guidato in modo vittorioso da Manuel Deodoro de Fonseca (1827-1892), un militare di carriera che fu anche il primo presidente eletto del Brasile nel 1891.

L’origine dell’impero brasiliano è da ricercare agli inizi del 1800, quando le guerre napoleoniche insanguinavano il territorio europeo. Nel 1807 Francia e Spagna strinsero un patto che prevedeva la conquista e la spartizione del Portogallo: lo stesso anno le truppe francesi conquistarono Lisbona, provocando la fuga del re João VI (1767-1826) e della sua corte (si parla di 15'000 persone) verso la colonia brasiliana. Con il Brasile, infatti, il Portogallo aveva sempre mantenuto stretti rapporti. Passata la bufera napoleonica, João VI tornò in patria, lasciando però suo figlio Pedro in Brasile. Quest’ultimo non perse tempo e un anno più tardi fu incoronato imperatore di una monarchia parlamentare che aveva stabilito anche l’indipendenza dalla madre patria. Costretto dal parlamento ad abdicare nel 1831, venne in seguito sostituito in carica dal figlio Pedro II. Con lui cominciò un importante processo di modernizzazione del paese, che divenne terra d’immigrazione e un grande esportatore di gomma, caffè e zucchero.

Nel 1888 l’imperatore abolì definitivamente la schiavitù che era diventata nel frattempo un elemento di freno allo sviluppo economico, oltre che essere oggetto di critiche sempre più accese all’interno e all’esterno del paese. L’idea di Pedro II era di liberare il capitale immobilizzato nell’acquisto e nel mantenimento degli schiavi per usarlo per modernizzare le infrastrutture, in particolare nella costruzione di strade e nella ferrovia. L’abolizione della schiavitù lo rese assai impopolare tra i grandi latifondisti e la perdita del loro sostegno favorì il successo del colpo di stato repubblicano di de Fonseca.

Lo sviluppo del Brasile nella seconda metà dell’Ottocento ci riporta indietro alla storia del Ticino e ci fa riflettere su come le storie delle diverse nazioni siano sempre interconnesse. Dal 1850, infatti, sono numerosi i ticinesi che espatriarono verso l’America latina e che contribuirono così allo sviluppo anche di questo paese sudamericano.

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