Oggi, la storia

A proposito di "Je suis Charlie"

di Eva Cantarella

  • 26 January 2015, 07:05

Oggi, la storia 26.01.15

Oggi, la storia 26.01.2015, 08:05

Tornando a Milano, dopo un periodo di studio e lavoro in Francia, mi riesce difficile non parlarvi della grande manifestazione nota come “je suis Charlie”, alla quale, come milioni di persone ho partecipato. E ne sono felice, perché è stata veramente una straordinaria manifestazione di civiltà. Una folla incredibile, una marea umana che si è riunita spontaneamente, del tutto indipendentemente dall’ etnia, dalla religione e dalle opinioni politiche. Non c’era, in quel mare sterminato di persone, un solo segno , un solo simbolo o una bandiera diversa da quella francese. Musulmani accanto a ebrei cantavano insieme la Marsigliese, appaudivano insieme i poliziotti, i cecchini sui tetti e persino i politici, peraltro anche in Francia in notevole calo di popolarità, in questo momento. Questi milioni di persone, del tutto indipendentemente dal fatto che approvassero o meno le vignette di Charlie Hebdo, erano accomunate dal desiderio di difendere una conquista fondamentale della democrazia, la libertà di pensiero e di parola. Di fronte a un massacro come quello perpetrato il 7 gennaio nella sede del giornale, seguito dall’assalto al negozio ebraico, la Francia ha dimenticato le differenze di opinione e si è ricompattata nel ricordo e nell’orgoglio di essere il paese dell’Illuminismo, e ha dato agli altri paesi la dimostrazione di cosa è uno Stato. Devo dire che, per la prima volta in vita mia, quel giorno avrei voluto essere francese.

Ti potrebbe interessare