Oggi, la storia

A proposito di rifugiati

di Simona Boscani Leoni

  • 9 maggio 2016, 09:05
Giuseppe Mazzini

Un ritratto di Giuseppe Mazzini

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Oggi, la storia
Lunedì 09 maggio 2016 - 07:05

Da mesi, ormai, nei mass media si leggono terribili notizie sull'esodo dei rifugiati che sono in fuga dalla guerra in Siria o dai territori controllati in Medio oriente e in Africa dalle milizie dell'Isis. Non da ultimo, occorre ricordare che in giugno saremo di nuovo chiamati come cittadine e cittadini ad esprimerci sulla riforma del diritto d'asilo.

Questi fatti mi portano a riflettere sul ruolo che i movimenti migratori hanno da sempre avuto nella storia d'Europa. Si pensi, ad esempio, allo stanziamento oltre i confini dell'antico impero romano d'Occidente dei popoli di origine germanica, o alla fuga delle popolazioni di fede musulmana dalla Spagna medievale, o ancora all'esodo degli ugonotti, i protestanti francesi, dopo la revoca dell'editto di Nantes nel 1685, cioè dopo la revoca dell'editto che garantiva la libertà di culto in Francia. Un esempio più recente è quello dei territori contesi dei Sudeti a cavallo tra Germania, Polonia e Repubblica ceca che portò, alla fine della seconda guerra mondiale, all'espulsione della minoranza di lingua tedesca che contava all'epoca circa quattro milioni di persone.

Accanto a questi movimenti di popolazioni, spesso non spontanei, ma provocati da guerre o da situazioni di tensioni etniche o religiose, mi sono venuti in mente altri momenti della storia svizzera caratterizzati da una forte presenza di fuoriusciti, di rifugiati politici che hanno trovato accoglienza nel nostro paese. Si tratta spesso di intellettuali che hanno dato un contributo non secondario alle lotte repubblicane e democratiche nel continente.

Penso in particolare all'Ottocento e alla nascita di un movimento quale la Giovane Europa, fondato a Berna a metà aprile del 1834 da un gruppo di fuoriusciti tedeschi, italiani e polacchi sotto la guida di Giuseppe Mazzini (1805-1872).

Il movimento voleva contrastare le monarchie dominanti all'epoca, da un lato la Francia, dall'altro la monarchia austro-asburgica e si basava sul motto "libertà-uguaglianza-umanità". Questa lega, fondata nella clandestinità, voleva porsi come una piattaforma di scambio per movimenti animati dagli stessi ideali politici e che aspiravano alla creazione di un'Europa dei popoli e non più un'Europa dominata dalla monarchie. Uno di questi movimenti era la Giovane Italia, un gruppo militante fondato dallo stesso Mazzini nel 1831 a Marsiglia.

In realtà, il tentativo di creare a Berna una piattaforma di scambio fallì clamorosamente, sia per le divergenze di interessi rappresentate dai vari gruppi nazionali, sia dalla svolta conservatrice della politica di asilo della Confederazione, che si trovava messa sotto pressione dalle monarchie straniere. Nel 1836, infatti, molti rifugiati vennero espulsi e tra questi anche Mazzini. La Giovane europa venne sciolta, ma il movimento repubblicano e democratico riuscì piano piano a imporsi nei diversi paesi europei.

Questo è uno dei tanti episodi che mostra come tutta la storia d' Europa sia stata una storia di spostamenti di popoli o di singoli e che la Svizzera per la sua posizione geografica e per la sua peculiare storia politica sia da sempre stata il centro di tali movimenti da cui, in un modo o nell'altro, ha potuto trarre ispirazione e nuove idee.

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