Oggi, la storia

Erdogan e la storia presa in servizio al potere

di Markus Krienke

  • 31 May 2016, 07:05
Il Presidente della Turchia durante un raduno commemorativo

Il Presidente della Turchia e sua moglie durante il raduno commemorativo del 563esimo anniversario della conquista dell'Impero Ottomano

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Oggi, la storia
Martedì 31 maggio 2016 - 07:05

Al rapporto da sempre difficile tra l’Europa e la Turchia si è aggiunto in questi mesi un capitolo nuovo in occasione dell’emergenza migratoria: alla Turchia fu assicurato denaro e la liberalizzazione dei visti per i suoi cittadini, in cambio dell’impegno turco a controllare e frenare i flussi dei migranti ai suoi confini. Ma come ha fatto sapere il Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, Ankara non rispetta i patti ed Erdogan utilizza la crisi migratoria e il rischio del terrorismo per far togliere ai parlamentari l’immunità e a minare le regole democratiche. In questo quadro di una nuova politica nazionale ed anti-euorpea di Erdogan si inserisce il fatto che ha istaurato due giorni fa, il 29 maggio, la commemorazione della conquista della Costantinopoli cristiana e bizantina dagli Ottomani islamici.

Con questo evento che nel 1453 segnò la fine dell’Impero romano d’Oriente, l’Impero ottomano iniziò un periodo di espansioni importanti, non solo verso l’Est e il Nord Africa, ma anche con l’interesse di controllare il Mar Mediterraneo e le parti orientali dell’Europa attraverso l’annessione della Grecia, dell’Albania, delle colonie genovesi del Mar Nero, di Otranto e di Rodi. Con l’aiuto dei Francesi, che in cambio furono sostenuti dagli Ottomani nella conquista di Nizza e della Corsica, nel 1547 ottennero il pieno dominio sull’Ungheria. Non fu tanto l’inaspettata sconfitta a Lepanto nel 1571 che segnò il declino dell’Impero ottomano, quanto l’arenarsi della forza innovativa e l’incapacità di necessarie riforme burocratiche, governative e militari a causa del conservatorismo religioso-intellettuale. Così la battaglia di Vienna del 1683 e l’abbandono dell’Ungheria nel 1699 ne marcarono anche visibilmente l’involuzione, che si realizzò inoltre attraverso alcune sconfitte contro i Russi alla fine del ’700, l’indipendenza del Peloponneso nel 1829, e la colonizzazione del Nord Africa da parte delle potenze europee. La sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, in cui l’Impero ottomano fu alleato degli Imperi Centrali, gli costò l’esistenza, e nel 1923 divenne Repubblica Turca, quando il “Padre dei Turchi” (Atatürk) Mustafà Kemal Pascià depose l’ultimo sultano Mehmed VI.

Con la stessa determinazione con cui Erdogan strumentalizza gli inizi dell’Impero ottomano per la stabilizzazione del proprio potere, egli continua a negare però il genocidio armeno nel 1915/16: un anno fa, egli tacciò Papa Francesco di «delirio» per averlo ricordato, e di seguito l’Unione Europea rinnovò la sua pressione sul governo turco per il riconoscimento. Ma a quanto pare, ormai l’emergenza migratoria ha completamente cambiato le carte in tavola.

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