Oggi, la storia

Il tempo della rapidità

di Lina Bertola

  • 18 dicembre 2014, 08:05
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La velocità dei cavalli “piacevolissima per sé sola, cioè per l’energia, la forza, la vita di tal sensazione. Essa desta realmente una quasi idea dell’infinito", scrive Leopardi, "sublima l’anima, la fortifica…”.

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Oggi, la storia 18.12.14

Oggi, la storia 18.12.2014, 07:05

In queste settimane prenatalizie un vistoso annuncio campeggia sulle pagine dei nostri quotidiani promettendo “la festa più veloce di tutti i tempi”. Al di là della trovata pubblicitaria di un gestore di rete, l’entusiastica associazione delle imminenti feste con la velocità può essere un ulteriore indizio di come oggi le modalità di fruizione del tempo, sempre più veloci e appiattite su un presente assoluto, tentino di invadere, di colonizzare, oserei dire, anche la percezione di quei nostri vissuti più intimi, più intensi che abitano il tempo nelle sue durate, nel farsi e disfarsi del suo senso. In questo caso, vissuti giocosi e gioiosi: (proprio in questi termini, delle feste, hanno scritto in molti, da Freud a Kerènyi, o a Gadamer, che identificava il tempo della festa con un tempo creativo, contiguo all’arte).

Vivere è stare nel tempo. Per contrastare l’attuale tendenza a risucchiare questo nostro stare nel tempo dentro le velocità dei mezzi a disposizione della nostra vita, appaiono illuminanti alcune riflessioni che Italo Calvino, nelle sue Lezioni americane, dedica proprio al tema della rapidità. Riflessioni che esprimono il valore esistenziale dell’esperienza del tempo proprio intrecciandolo con l’esperienza della rapidità.

Pescando dentro molte pagine significative della letteratura, Calvino distingue la velocità del pensiero dalle durate che il pensiero può percorrere nella narrazione, perché anche la rapidità può essere una forma narrativa in grado di restituire al tempo tutta la sua profondità. Inoltre, la rapidità riesce anche suscitare sensazioni, emozioni che possono diventare esperienza estetica e aprire alle profondità della vita.

In questo senso, Calvino cita Leopardi che, nelle note del suo Zibaldone, osserva la velocità dei cavalli “piacevolissima per sé sola, cioè per l’energia, la forza, la vita di tal sensazione. Essa desta realmente una quasi idea dell’infinito", scrive Leopardi, "sublima l’anima, la fortifica…”.

Insomma, la rapidità può essere un mezzo espressivo ma anche un’esperienza estetica, proprio perché ci consente di sperimentare altri tempi del vivere, e il loro senso.

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