Oggi, la storia

Informare o educare?

di Lina Bertola

  • 28 April 2016, 07:05
Educazione
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Oggi, la storia
Giovedì 28 aprile 2016 - 07:05

La commissione scolastica del Gran Consiglio ha recentemente approvato un’iniziativa che chiede di introdurre l’insegnamento della civica nella scuola media e medio superiore come materia a sé, separata dalla storia, con una propria valutazione. A me pare una proposta del tutto inopportuna che non tiene conto del fatto che una vera educazione civica non può prescindere dalla comprensione del tessuto storico, dell’orizzonte di valori, della dimensione etico-politica insomma, in cui istituzioni, leggi e regole di convivenza si iscrivono, e di cui sono espressione.

Ma al di là di questa, a mio giudizio grave contraddizione culturale, si intravvedono in proposte come questa, che moltiplicano le possibili educazioni, un travisamento del senso e del valore della scuola, e del suo irrinunciabile compito educativo.

L’educazione alla cittadinanza è sempre educazione all’etica: etica intesa come espressione costitutiva dell’esistenza, come il nostro abitare la vita assieme agli altri. Abitare la vita significa riconoscerne l’intrinseco valore. E questa comprensione del valore è premessa imprescindibile per riconoscere i valori che orientano il nostro vivere e la comune appartenenza.

Per formare cittadini, la scuola ha il compito di mettere in contatto con il valore, di farne esperienza, e ciò attraverso l’esperienza della conoscenza, che non consiste nel semplice apprendimento di saperi utili, di conoscenze immediatamente spendibili.

L’esperienza della conoscenza è un viaggio che ha bisogno di tempo, un viaggio personale dentro i linguaggi delle scienze, della letteratura e della poesia e nelle temporalità della storia: dentro saperi che trattengono in se stessi il loro senso, saperi in cui riconoscere il senso e le trame dell’esistenza. L’educazione alla cittadinanza avviene grazie queste esperienze della conoscenza.

In una lezione di matematica, ad esempio, puoi incontrare davvero il valore, nella bellezza di un ragionamento, nella fiducia nel tuo pensiero e nel confronto con il pensiero di un altro, nella condivisione di una domanda, nel comprendere l’errore e nell’accogliere una nuova verità.

Andare a scuola per formarsi come persone che sanno star bene al mondo assieme agli altri: credo sia importante, oggi più che mai, lasciar svolgere alla scuola questo compito, senza richieste di scorciatoie informative, che di questo compito educativo non sembrano tener sufficientemente conto.

Per imparare ad esserci, come persone e come cittadini, non c’è bisogno di istruzioni per l’uso o di manuali di sopravvivenza.

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